Emanuela Orlandi: un incubo senza fine. Ne parliamo al Club del Giallo sabato 10 e domenica 11 febbraio

 

di Roberta Schiavoni

La scomparsa di Emanuela Orlandi è un caso di cronaca che ha interessato tutta l’Italia e che ancora oggi porta con sé tanti dubbi e domande. Ne parleremo sabato 10 e domenica 11 febbraio 2024 al Club del Giallo e dei Delitti di Carta.

Nata a Roma il 14 gennaio 1968, figlia di Ercole Orlandi, impiegato presso la Prefettura della Casa pontificia, e di Maria Pezzano, Emanuela è appena quindicenne quando alle 19:00 di mercoledì 22 giugno 1983 di lei si perde ogni traccia, scomparendo mentre ritorna a casa dopo una lezione di musica.

La famiglia la ricorda come una ragazza dotata di un ampio talento musicale. Frequenta, infatti, l’Accademia di Musica Tommaso Ludovico da Victoria. Inoltre, il liceo scientifico al quale è iscritta, il Convitto nazionale Vittorio Emanuele II, è collegato al Pontificio Istituto di Musica Sacra, presso il quale segue lezioni di pianoforte, flauto traverso, canto corale e solfeggio. La passione per la musica la fa anche prender parte al coro della Chiesa di Sant’Anna dei Palafrenieri nel Vaticano, laddove vive ai tempi della scomparsa.

Quel fatidico mercoledì di 41 anni fa, Emanuela è in ritardo per la lezione di flauto che si tiene dalle 17:00 alle 18:00 con l’insegnante Loriano Berti. Per tale motivo, chiede al fratello Pietro di accompagnarla, ma quest’ultimo si rifiuta a causa di un precedente impegno, non immaginando che quella è l’ultima volta che vede sua sorella.

La ragazza, contrariata per il contrattempo, esce di casa tra le 16:00 e le 16:30. Uscita dal Vaticano da Porta Sant’Anna, prende l’autobus numero 64 da piazza Città Leonina e scende in Corso Vittorio Emanuele II, vicino alla fermata nei pressi della Basilica di Sant’Andrea della Valle. Percorre corso del Rinascimento dove, dinanzi a Palazzo Madama, viene fermata da un uomo di un’agenzia di volantinaggio, e ciò comporta il suo arrivo in ritardo di 10 minuti alla scuola di musica.

Emanuela ha in programma anche il corso di canto corale, che di norma si tiene dalle 18:00 alle 19:00 con monsignor Valentino Miserachs Grau, ma proprio quel giorno la lezione finisce alle 18:50 poiché nella cappella della scuola si celebra la messa in onore delle nozze d’argento dei coniugi De Lellis, entrambi impiegati nella scuola.

La ragazza chiede di uscire alle 18:40 e, utilizzando un telefono della scuola, chiama la sorella Federica per parlarle dell’offerta di lavoro di volantinaggio per la Avon cosmetics.

La sorella le suggerisce di accettare e di tornare a casa per discuterne con i genitori.

Dell’offerta di volantinaggio, Emanuela chiede consiglio anche a due sue amiche all’uscita di scuola, Raffaella Monzi e Maria Grazia Casini, con le quali si dirige alla fermata dell’autobus numero 70 in Corso Rinascimento davanti al Senato; sul quale però non sale in quanto troppo affollato. Così, rimane da sola, e da quel momento si perde ogni sua notizia.

La famiglia Orlandi fa di tutto per ritrovarla senza sostanziali risvolti. Il caso, 41 anni dopo, rimane infatti ancora aperto. Molte sono state le piste seguite nel corso delle indagini, facendolo diventare uno dei casi irrisolti più famosi della storia italiana e vaticana, a causa di implicazioni e sospetti che hanno coinvolto perfino lo Stato Pontificio. Soprattutto per quanto riguarda ipotetici complotti interni al Vaticano nel tentativo di coprire uno scandalo sessuale legato alla pedofilia.

Le altre piste prese in considerazione sono quelle del terrorismo, del coinvolgimento dei Servizi Segreti di diversi Stati e la Banda della Magliana, tutte infondate a quanto sembra.

Va pure segnalato che il caso inizialmente è stato anche collegato alla scomparsa di Mirella Gregori avvenuta il 7 maggio 1983, ma poi dichiarato diverso, non avendo col primo una matrice comune.

Dunque, ancora oggi, la scomprasa di Emanuela Orlandi rimane viva nella memoria di tutti gli italiani, lasciando un peso nel cuore, un monito di come la vita possa cambiare da un momento all’altro senza lasciare traccia e del bisogno di lottare affinché non si ripetano simili disgrazie.

Ci vediamo questo weekend al Club del Giallo e dei Delitti di Carta per discuterne.

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