Di Claudia
Siano
Siamo quasi
nel periodo natalizio e non posso che consigliarvi un giallo che parla al
futuro già dal suo titolo, che aspetta quelle luci ricche di magia e nostalgia,
quei cenoni enormi colmi di cibo e felicità e quelli tristi dove le mancanze si
sentono ancora di più, dove quelle domande a tavola riflettono ciò che non va e
suonano ancora più forte del solito. In una Napoli intrepida, caotica e viva, è
ambientato Verrà dicembre, e morirai
(LFA Publisher), il nuovo giallo di Vito Rosario Ferrone, ingegnere, professore
di chimica e scrittore di numerosi romanzi. Quest’ultima uscita si lega a due
pubblicazioni precedenti dell’autore, dove già si incontra la sua protagonista.
Il libro affronta una nuova indagine, diretta dalla vicecommissaria della
polizia di Stato, Maria Camilla De Asmundiis. La vittima è una giornalista,
Anna Spinelli, la strada per districare il mistero che si cela dietro la sua
uccisione risulta essere più complicato del previsto. Il sangue però non si
ferma lì, morirà anche qualcun altro. Una storia di complicità, tra clan,
segreti e sotterfugi, di quelle che spaventerebbero il più indulgente dei
detective, ma non la vicecommissaria. L’autore, nel suo stile incalzante e
scorrevole, delinea il quadro di una donna molto interessante e ne fa la
protagonista del suo libro, travolta da passione e noia, gioia e dolore,
animata da speranze e delusioni. Più il groviglio si complica, più il coraggio
di Camilla si anima e lotta per la giustizia, per le donne, per gli uomini, per
le vittime, per chi non ce l’ha fatta per scelta di qualcun altro. La donna non
ha paura di misurarsi con una realtà difficile, o di entrare a contatto con
delle situazioni pericolose. Rivela l’autore, alla fine del libro, qualcosa in
più sul suo personaggio femminile per eccellenza, in particolare, ho trovato
una suggestione particolarmente stimolante e vorrei condividerla. Ferrone
rivela di essersi ispirato alle donne napoletane che ha conosciuto per la
costruzione del personaggio di Camilla, e spiega che lei rappresenta una
sintesi di tutte loro e, per questo, probabilmente è ricca di così tante
sfumature e il lettore le riesce a vedere tutte con estrema facilità. La De
Asmundiis racchiude, a testa alta e senza timori, le mille sfaccettature di cui
una donna può essere colma o di quante donne possono convivere in una. Con la
figura di Camilla, l’autore rivela quanta ricchezza e quanta immensità può
nascondere una persona dietro il suo lavoro, la sua quotidianità, la sua forza
apparente, dietro l’immagine imperitura che permette di andare avanti in
società. Ferrone costruisce un caso complesso che si dispiega nelle sue
duecento pagine, una storia costruita sullo sfondo di una Napoli che, pur
essendo lucano d’origine, lega a sé eternamente, nel bene e nel male. La città
che racconta l’autore pulsa in ogni pagina, risorge dalle sue ceneri e prova
trovare una nuova possibilità, ancora e ancora, a furia di colpi, a furia di
sbagli. Napoli non è solo quel caffè di rito durante le indagini, non è solo
quel paesaggio che avvolge e travolge, è anche la criminalità che si nasconde
dietro tanta bellezza, ma soprattutto è la voglia di non stare a guardare la
vita che passa. Insomma, la città che racconta Ferrone sa essere sia i suoi
problemi che le sue soluzioni, è la sua storia che non smette di emozionare, è
il suo San Carlo, eppure la sua cultura è anche la sua gente, la sua
versatilità, ancora una volta le sue sfumature. Napoli è resiliente, così come
lo è una figlia della città come Camilla. La forza della ragazza, però, è anche
e soprattutto nella sua capacità di mostrarsi fragile, nella paura di perdere
le persone che ama, nel legame viscerale che prova per la madre, nella
consapevolezza che nulla è eterno, a parte i momenti che scegli di vivere e
ricordare. Camilla pullula di umanità. Napoli brucia di passione, di riscatto,
di memorie e di vendette. Non si tratta di vincere, si tratta di lottare. Vale
sempre la pena provare a cambiare le cose, con questa riflessione ho chiuso il
romanzo e così ve la racconto, con la stessa verità dell’autore.
® Riproduzione
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