Lo sappiamo tutti, la storia non si fa con i se, ma se una gatta avesse potuto evitare la tragedia del Titanic?
Di Claudia Siano
“ […]il cuore di una donna è un
profondo oceano di segreti… ma ora sapete che c’era un uomo di nome Jack
Dawson, e che lui mi ha salvata, in tutti i modi in cui una persona può essere
salvata. Non ho neanche una sua foto, non ho niente di lui… vive solo nei miei
ricordi…”
Queste le parole indimenticabili di
Rose anziana, ma come Jack ha salvato la vita della donna, anche una gatta di
nome Jenny ha salvato la vita di un altro uomo. Tutti hanno visto il film Titanic e letto sui giornali almeno una
volta nella vita la storia reale che racconta il film, eppure quante di queste
persone hanno visto o sentito dell’esistenza dei gatti e degli animali di bordo
nei film o nei giornali? I gatti di bordo hanno una storia alle spalle davvero
lunghissima, si tratta quasi di un foedus
mai siglato tra gatto e uomo, tra alti e bassi, che va avanti da secoli e la
parola chiave di questo patto è convenienza, da parte di entrambi. Eppure sui
gatti aleggiano leggende e storie di ogni genere, basti pensare che sono
passati dall’essere considerati semi-divinità ai tempi degli antichi Egizi per
poi finire ad essere associati al malaugurio.
Oggi vogliamo ricordare la storia della
gatta Jenny, la quale, non appena partorì i suoi cuccioli, decise di metterli
in salvo al di fuori della nave Titanic.
Sono le ore 12:06 del 10 aprile 1912 a
Southampton e guarda dall’esterno dell’Ormeggio 44 il Titanic che dopo alcuni
giorni di fermo sta per salpare, stavolta però gli occhi non sono quelli di
Rose anziana, ma quelli della gatta Jenny, la quale partorisce proprio sul
transatlantico più lussuoso e sicuro di tutti i tempi.
Gli occhi di una madre, oltre che di
una gatta con il compito di scacciare i topi dalla nave. La storia di Jenny
però inizia prima di quel momento, la gatta era già stata su una nave poco
prima di salire sul Titanic, aveva viaggiato sull’Olimpic, una nave gemella e
si era distinta per le sue capacità. Ma le priorità di Jenny dopo aver
partorito cambiano, che si tratti di leggenda o di verità, che si tratti di
presagio o di semplice sensazione, la gatta scende dalla nave portandosi i suoi
piccoli dietro e non solo. A seguire Jenny sarà anche Jim Muhlolland, un
marinaio che si occupava delle caldaie del Titanic, al quale la gatta si
sarebbe affezionata al punto da dormire proprio nella sua cabina. Il marinaio
racconta di dovere la vita a Jenny, le sue parole sono passate alla storia:
“quel gatto doveva sapere qualcosa che nessun altro sa”.
La vicenda commovente e a lieto fine,
purtroppo, non è la stessa per gli altri animali che all’alba della partenza da
Southampton rimasero lì, ne sopravvissero in pochissimi, basti pensare ai cani
che da dodici che partirono, rimasero soltanto in tre. Sul Titanic aleggiano
tantissimi misteri e leggende e quello della leggenda sul presagio della gatta
Jenny è sicuramente uno di essi. E seppur è vero che la storia non si fa con i
se, è anche vero che se Jenny avesse potuto fermare la partenza del Titanic
tante cose ad oggi sarebbero diverse, avrebbe potenzialmente cambiato la storia
e la vita di tante persone e di tanti animali.
Sembra che i gatti avessero un ruolo
fondamentale sulle navi, in primis per scacciare i topi. D’altro canto, però
anche i gatti avevano i loro benefici sulle navi, poiché erano trattati da capi
marinaio e quali gemme preziose. Ma tornando al discorso sulla convenienza, non
è tutto oro ciò che luccica, i gatti venivano trainati da una nave all’altra, e
nessuno meglio di Jenny incarna l’emblema di ciò che succedeva quotidianamente
a questi animali.
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