Villa Ebe, maestosa e sublime. Quarta tappa dei Tour del Giallo organizzati dal Festival del Giallo Città di Napoli
Di
Marzia Siano
Villa
Ebe, maestosa e sublime. Quarta tappa dei Tour del Giallo organizzati dal
Festival del Giallo Città di Napoli, Gialli.it con il sostegno dell’Assessorato
al Turismo del Comune di Napoli.
Esiste
una villa. Una villa imponente, eppure quasi nascosta tra le alture della
collina di Partenope.
Le
sue pareti in pietra si camuffano con quelle della cavità di tufo dentro la
quale è fissata, rendendola quasi un’estensione naturale della roccia del Monte
Echia. È una villa che si era fatto costruire nel 1922 l’architetto e urbanista
Lamont Young secondo il proprio gusto. Oggi, ormai abbandonata, appare ancora sensibilmente
viva. Una villa florida per i suoi primi anni poi consumata da un suicidio che la
trascina inerme negli anni del Dopoguerra, in una Napoli sempre più
delinquente, presa d’assalto dallo stesso istinto alla sopravvivenza che porta
le persone a perdere i loro più sani principi.
E
così nel tempo, la villa si abbandona all’oscurità, si cela tra i segreti che
prosciugano il suo splendore, rendendola oggi particolarmente misteriosa.
Quasi nessuno osa avvicinarsi più, la villa incombe sui passanti che ne contornano il perimetro. Tra chi la evita e chi la osserva, la villa resta in silenzio, imponente verso chi ne brama i segreti, inquietante verso chi ne allontana le maledizioni. Noi di Gialli.it, sabato 28 e domenica 29, saremo coloro che la raccontano. Con il quarto incontro del Tour del Giallo, fortemente voluto dall’assessora Teresa Armato, ci immergeremo nella zona di Pizzofalcone per scoprirne i misteri, ci catapulteremo nel tempo lontano che la Villa preserva tra le sue mura trattenendo tutto ciò che è stato e ascoltando quello che adesso Napoli è.
C’è
un’insegna all’entrata della Villa, la vedremo, resa quasi invisibile dalle
complici erbacce. Sull’insegna, un’incisione: un occhio, un occhio sbiadito, forse
simbolo di un Ordine Massonico che in quegli anni regnava in città. Un’altra
incisione, ornata con elementi esoterici, affascina l’occhio bramoso di chi,
vinto dalla tentazione del segreto, attraversa la fitta vegetazione che
nasconde l’entrata per arrivare al portone d’ingresso.
Che
la villa fosse punto di ritrovo dei Massoni? Che fosse testimone dei loro
progetti non detti?
Lo
stesso proprietario, figlio di padre scozzese e madre indiana vissuti a Napoli,
si narra che fosse un massone. Un visionario che nel 1917 inventò un modello di
velivolo ad ali sincronico oscillanti, futuro elicottero. O ancora che nel 1880
ipotizzò una tangenziale sotterranea per i treni, la futura metropolitana
inventata poi dagli inglesi nel 1890. E che sognò un Rione Venezia a Napoli,
formato da tanti piccoli isolotti che avrebbero collegato via mare Bagnoli a
Posillipo. Così come tante altre idee, per una Napoli futura, che si spensero
con la sua morte. Un suicidio nelle mura di quella stessa Villa. Uno stato
d’animo così forte da persuadere un intelletto così vivo a spegnersi e ad
abbandonare tutti i suoi progetti. Sua moglie non ci credette mai. Per lei, la
morte del marito, restò per sempre un mistero. Dopo la sua scomparsa, la moglie
visse in ascolto degli spiriti dell’edificio che tutt’oggi la abitano. Da sola
nella Villa alla quale oggi ha ceduto il suo nome: Villa Ebe.
Noi
di Gialli.it vi aspettiamo lì, insieme con Ciro Sabatino, direttore del Festival del Giallo Città di Napoli.
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