“Default” di Francesco Galardo, un thriller dove la riflessione supera lo spavento



Di Claudia Siano

Non c’è spazio per provare spavento. Vi parlo di un thriller imperdibile, che conferisce la chiave al lettore per intraprendere un viaggio che lo accompagna a scavarsi dentro e lo invita guardare con una lente d’ingrandimento alla propria epoca, ad uno spaccato di vita, ed è per questo che può far paura. Non c’è cicatrice che non si rimargini ma ci sono dolori che non si conoscono, che si evitano per tutta una vita. L’autore, con il suo stile delicato, riesce ad aprire riflessioni in merito, come sanno fare quei libri che, una volta letti, non li dimentichi più. Se dovessi racchiudere in tre aggettivi il mio pensiero su “Default” di Francesco Galardo direi: geniale, originale, imprevedibile. Se dovessi riassumerlo in un’idea, sarebbe l’invito a immaginare un vortice che risucchia rapidamente tutto ciò che lo circonda, inesorabile, come un debito che supera la possibilità di un uomo di poterlo sanare. In quel punto esatto, in quella disperazione che non lascia spazio a conforto, in quel buco nero da cui non trapela la luce, è lì che si inserisce Francesco Galardo con il suo nuovo romanzo edito Homoscrivens. Vincitore della XII edizione del premio Iguana – Anna Maria Ortese, sezione narrativa con il suo “Default”, conferito dall’Istituto italiano per gli studi filosofici, si rivela a tutti gli effetti anche un thriller filosofico. Il protagonista è il cosiddetto “informatico italiano” Giovanni Santoro. Un genio, invidiato dai colleghi, schivo e solerte, che si nasconde prima dietro le vesti da elettricista, poi da prete, insomma si tratta di un uomo in grado di essere tutto e il contrario di tutto. Scaltro, determinato e incorruttibile, quanto infelice, ingestibile e temibile, turbato da un profondo senso di inadeguatezza che lo attanaglia, lacerato da un conflitto continuo tra ciò che alimenta il suo ego e ciò che urla la sua coscienza. E già soltanto la costruzione del personaggio di Santoro basterebbe a soddisfare la lettura del romanzo. Galardo lavora ai suoi personaggi con scrupolosa attenzione ai dettagli, il lettore riesce a ricostruire non solo l’identikit perfetto dell’assassino ma il peso delle scelte di ciascuna casella presente sullo scacchiere che prevede le mosse degli attori in scena. Santoro subisce un grave lutto, perde l’amore della sua vita ma trova la forza in sua figlia Maria, deve farlo per lei, che si ritrova di punto in bianco senza una figura materna e con un padre molto particolare, al quale è legata da un filo indistruttibile tanto forte quanto fragile. Per Maria non è concesso arrendersi. Per Maria non può chiudersi a riccio e soffrire in silenzio, e non per una questione di principio. Per Maria lui deve esserci sempre. Due sono le città-polo del libro, due metropoli distanti ma vicine, legate da magia e desolazione, da allegria e malinconia, due città che iniziano per N. Si tratta di un percorso spazio-temporale che oscilla tra Napoli e New York, due città dalle mille facce, divise tra caos e vuoto, tra altezza e bellezza da un lato e distruzione dall’altro, le due città dalla privacy mancata. New York, «l’amata e odiata NY», è una città cambiata da pochi mesi e Santoro vuole spezzare la sua routine, sa anche come risolvere il problema del default, così si ritrova in un edificio a pochi passi da Wall Street, presso la sede della Empusa Limited, ed è lì che decide di agire, di non nascondersi più, di fare ciò che sente essere giusto. Altro personaggio chiave del romanzo è Sarah Foster, il mastino della CIA. Una donna che deve saper prevedere le mosse anche di un genio come Santoro. Poi il mistero. Le macchie di sangue. La ricerca dell’assassino. Il lettore può provare a fare schemi e congetture, ha tutti gli strumenti per divertirsi e provare a dare la caccia al colpevole, ma non è detto che riesca prima che l’autore lo sveli. “Default” non racconta solo una storia, un mondo distopico, ma conferisce un contributo di conoscenza e competenza sul piano economico-finanziario proveniente dalla professione e gli studi dell’autore, riesce a far comprendere ogni passaggio di un problema enorme che lacera la società contemporanea. La questione di cui tratta “Default” va oltre il concetto di debito, è un messaggio profondo ed estremamente illuminante per chi saprà leggere tra le righe. Un libro che travalica le dimensioni reali, ordinarie, in cui il mondo spende oltre ciò che ha, dove il confine tra il male e il bene diventa sempre più vacillante, dove comprendere cosa è giusto e cos'è sbagliato è sempre più difficile. Un romanzo più moderno che mai nell’epoca in cui le fake news stanno superando le notizie attendibili, dove l’apparenza regna sovrana, dove i contatti spesso rimangono telematici. Insomma, quello che racconta Galardo è un default di tipo morale, trasversale, universale.

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