“Il volo dell’angelo” di Amatucci, un giallo che sa parlare di dolore ma anche conferire la leggerezza della lettura. Sarà presentato al Campania Libri Festival il 3 ottobre

 


Di Claudia Siano

 

Chiarezza, fluidità e scorrevolezza, gli ingredienti perfetti che si mescolano nel giallo impeccabile di Massimiliano Amatucci. Romanzo fresco di stampa, risalente a giugno 2025 e marcato Giuseppe De Nicola Editore. Il volo dell’angelo è un giallo alla portata di tutti, per gli amanti del genere ma anche per i ragazzi che non sono abituati a leggere. Lo scrittore si rivolge sia ai campioni di lettura che a chi si vuol rilassare. Si tratta di una storia d’amore che nasconde abissi e misteri; una donna è morta e chi si occupa del caso risulta essere un incompetente. Del caso finisce per occuparsi anche un giornalista che sente la necessità di intervenire; il suo nome è Bruno Saporito, un uomo che neanche in vacanza riesce a prendersi una tregua dalla sua vocazione di investigatore. A Sorrento una sposa è morta proprio prima del suo matrimonio, e lui sente di essere necessario per poter sbrogliare la matassa tra depistaggi e incongruenze, anche se non gli compete farlo. Si tratta di un suicidio? O è la strada più semplice, o qualcuno non ha voglia di lavorare abbastanza per venire a capo della verità? Il volo dell’angelo è un giallo dalle sfumature arcobaleno, eppure, le tinte color pastello che inebriano anche il tramonto della copertina del libro vengono improvvisamente imbrattate di sangue. Il dolore aleggia tra le pagine, eppure la capacità dello scrittore di ironizzare e di rompere il ghiaccio con battute e scenari simpatici, conferisce un sollievo, permette al romanzo una leggerezza rara. Noi lettori sappiamo che si arriverà alla verità perché il narratore accorda speranza, dona luce in maniera inspiegabile. Bruno rappresenta il classico reporter curioso, a volte impertinente, a volte illuminante e per questo fastidioso a chi gli sta intorno, ma mai al lettore. Risulta evidente il lavoro che l’autore ha fatto nella costruzione del suo protagonista, lo scrittore è attento, analitico e raggruppa un identikit specifico di un professionista e delle etichette che spesso gli vengono attribuite quando cerca di fare semplicemente il suo lavoro nel migliore dei modi. Il personaggio di Bruno si propone di essere il nuovo protagonista seriale firmato Amatucci. Ritengo che, quest’ultima sia un’informazione necessaria, in quanto, quando si finisce il libro si sente la necessità di un continuo. È un giallo che si conclude alla perfezione nell’arco delle sue duecento pagine; tuttavia, la voglia di sapere qualcosa in più sulle vicende di Saporito è irrefrenabile. Il lettore riesce in così poco tempo ad affezionarsi al giornalista, alla figlia Gabriella, al suo fidanzato hacker, c’è bisogno di sapere che succederà dopo. E poi rimane del non detto, non riusciamo a capire bene i sentimenti di Bruno per una donna, si tratta di Nadia, un profilo inaspettato che evolve pagina dopo pagina, e chissà che non trovi un modo per riuscire ad avere un ruolo di spicco nella vita di Bruno. Vi aspettiamo alla presentazione del romanzo al Campania Libri Festival a Palazzo Reale il 3 ottobre alle ore 17 in Sala Premio Napoli, naturalmente in compagnia dell’autore.

 

® Riproduzione Riservata


Commenti