“Il Graal di San Lorenzo” di Clara Negro. Una spietata lotta per il possesso di un sacro catino tra malviventi locali e la mafia russa
Di Anita Curci
Nel “Graal di San Lorenzo” (Edizioni Morellini) di Clara Negro incontriamo i personaggi conosciuti nel primo romanzo, “Un diamante rosso sangue”; riconosciamo le storie che erano rimaste sospese e che per un po’ vanno avanti senza trovare ancora una conclusione. Poiché, a quanto pare, ci troviamo di fronte a una saga ambientata a Genova a metà tra il famigliare e il poliziesco. Nel primo libro accade qualcosa di raccapricciante, raccontato con una scrittura dura, diretta, affilata come una lama. Lo stesso vale per il secondo, anche se la storia cambia. Al centro della trama, sempre Luigia Merello con i suoi guai e l’instancabile istinto di sopravvivenza; poi il commissario Jurij Pedemonte a cui non ci si affeziona subito, perché è schivo, dall’emotività sfuggente. Ma poi finalmente ti accorgi che non vedi l’ora di rincontrarlo nel prossimo volume.
Clara, glielo chiedo subito perché è qualcosa
che dalle prime pagine mi ha colpita, affascinata, entusiasmata e, alla fine,
sedotta. Dove e come ha imparato a scrivere in maniera così cruda, realistica,
senza fronzoli?
Per questo devo ringraziare il mio primo maestro: Sebastiano Mondadori, scrittore e insegnante magistrale, che ha fatto la differenza nella mia formazione. Come ha detto giustamente lei, frequentando le sue lezioni, che teneva a Lucca ogni due settimane, ho capito che i "fronzoli" dovevo lasciarli indietro, le frasi a effetto dimenticarle, descrivere invece di raccontare. Pochi avverbi, aggettivi inusuali, e soprattutto tagliare. Anche se a volte fa male. E non ultimo, fa la sua parte la mia anima ligure un po' rustica spesso dura, avara di parole come la nostra terra.
La sua protagonista è Luigia/Gilda, una donna
perbene costretta a prostituirsi per tenere in piedi la famiglia. Personaggio
che lei ha tratteggiato ispirandosi a una donna realmente esistita…
Come ha accennato, per il primo episodio “Un diamante rosso sangue”, di quella che spero diventerà una quadrilogia, ho preso spunto da un fatto di cronaca accaduto a Genova nel 1995, un cold case sino a pochissimo tempo fa, di cui Luigia Borelli era la vittima. Una donna alla quale la vita ha risparmiato poco, e così è anche per la mia protagonista Luigia Merello, che diventa Gilda quando entra nei panni della prostituta che si vende in un "basso" del centro storico di Genova. Quello che ho fatto è dare alla mia Luigia una possibilità di riscatto, una chance per cambiare il suo destino da vittima a co-protagonista.
Nonostante i tanti problemi che ogni giorno
deve affrontare, Luigia non perde la sua dignità di essere umano, soprattutto
di donna, e non smette di sperare nell’amore. Quanta verità c’è nel suo
personaggio?
Conservare la propria dignità è difficile per chiunque, in mezzo alle prove e alle difficoltà che la vita via via ti mette davanti, e per una donna non è solo un diritto ma un dovere, e un compito comunque più arduo proprio per il fatto di essere una donna. Una creatura che si pensa possa essere soggiogata, plasmata, plagiata più facilmente. Lo vediamo tutti i giorni. Luigia /Gilda però è una tosta, a volte mi sembra di poterla avvicinare a una moderna Rossella O'Hara. In fondo anche per lei domani è un altro giorno, e la partita è ancora possibile giocarsela nonostante le carte che ha in mano non siano sempre buone. E forse sì, in questa sua testardaggine o determinazione c'è anche un po' di chi scrive.
Pedemonte, il suo commissario, ora vicequestore, ha un
profilo difficile da inquadrare. Cosa pensa realmente di Luigia e della sua
situazione?
Pedemonte è un commissario, contro corrente,
al quale certe regole e imposizioni dell'autorità vanno strette. Ma soprattutto
è un uomo che ha sofferto la perdita di una donna per la quale aveva messo a
rischio anche la sua posizione all'interno della polizia. Tutti subiamo
perdite. Chi non ha lasciato indietro qualcuno che amava? I genitori, una
moglie, figure alle quali Jurij aveva legato la sua vita e i suoi
sentimenti. Di queste mancanze il Pede, come lo chiama la sua squadra, non
riesce a farne un "passato". Anzi, l'assenza si fa ogni giorno più
presente nella sua testa, ed è questo che gli impedisce di vivere il
presente. Intendo il presente dei sentimenti. La paura di soffrire di nuovo. Ha
un debole per Luigia, si capisce chiaramente, e non la giudica, mai. Nonostante
non approvi la sua scelta, dentro di sé capisce che non aveva molte altre
possibilità.
Nel primo romanzo Luigia sopravvive alla tragedia capitata
all’amica/collega, anche se ne esce con un trauma insanabile. Nel secondo
finisce nel vortice di un complicato affare dove avvengono brutali omicidi. E
il suo coinvolgimento mette in grave pericolo la figlia. Raggiunge picchi di
profonda disperazione e, nonostante impegno e ostinazione, ha bisogno
dell’aiuto di Jurij per salvarsi pure questa volta. Viene da chiedersi: nella
sua apparente forza, quanto è fragile Luigia?
Luigia è forte. veramente. Nel secondo episodio però la posta in gioco è alta. Troppo per lei sola. Per questo ha bisogno di Pedemonte e dei suoi uomini, ma nonostante ciò riesce comunque a fare di testa sua, mettendo a dura prova la pazienza del commissario. La sua fragilità sono gli affetti, la famiglia, questo è il suo punto debole, ma anche il suo punto di forza perché per salvare Carolina è disposta a tutto, anche a ingannare il povero Pedemonte.
Mentre leggevo i suoi due romanzi che, credo
sia chiaro, ho molto apprezzato, mi sono chiesta più volte: che rapporto avrà
l’autrice con i suoi personaggi? Ce ne sarà uno che ama più di un altro e
perché, poi? Quale il suo preferito?
Il rapporto tra un autore e i suoi personaggi è un po' come quello tra una madre e i suoi figli. L'amore è grande per ognuno di loro, ma succede che, magari inconsciamente, si senta un'affinità maggiore per uno piuttosto che per un altro. Luigia e Pedemonte, pur essendo diversi, hanno qualcosa di me e delle persone che ho avuto accanto, e per questo li sento vicini. E poi c'è Domenico Primo, la suocera di Luigia, una santa donna davvero. Il mio preferito? Non saprei. Amo molto anche i loro animali: Zac e Cane, imprescindibili ormai dalle mie storie.
Veniamo al “Graal di
San Lorenzo” senza spoilerare troppo. Il racconto si snoda attorno ad una
spietata lotta per il possesso di un sacro catino tra malviventi locali e la
mafia russa. Come le è venuta in mente questa trama?
Come mi sia
nata l'idea di questa seconda storia è una domanda che mi viene rivolta spesso.
Tutto è nato dalla visita che feci circa due anni fa al museo della cattedrale
di San Lorenzo, museo che avevo visitato molti anni addietro. Tra tutti i
reperti lì conservati quello che ha attratto la mia attenzione è stato appunto
il Sacro Catino, sarà per la collocazione in una specie di nicchia, o per i
bagliori verde smeraldo che le luci disegnavano sui muri intorno, ma ne sono
rimasta affascinata. Una volta a casa ho cercato tutte le informazioni
possibili e la sua storia così tribolata mi ha colpito. Poco tempo dopo,
facendo zapping alla TV, mi sono imbattuta in un film di parecchi anni fa, “Lord
of War”, con Nicholas Cage. Anche questa volta ho voluto saperne di più del
personaggio principale, sulla vita del quale hanno costruito la trama. Ho
scoperto che si tratta di un famoso criminale russo, Victor Bout. Quest'uomo ha
ispirato oltre al film un documentario, “The Notorious Mr Bout”, e il romanzo
di Frederick Forsyth, “Il vendicatore”. Figura negativa, ma affascinante. Ho
voluto trovare qualcosa che potesse avvicinarlo al famoso Sacro Catino, un
collegamento per unire questi due poli così distanti e che avevano nulla in
comune. Così è nata la mia storia e la domanda che, oltre alla trama noir,
porta con sé: cosa siamo disposti a credere quando c'è di mezzo la vita di chi
amiamo?
Cosa ci può dire del prossimo volume? Ci può
concedere qualche anticipazione? E, soprattutto, quando uscirà?
Nel terzo episodio ci sarà molta Storia,
intendo quella con la 's' maiuscola. Mi troverò a parlare di un mistero che ci
riporta alla fine della Seconda Guerra Mondiale e alla fuga dei nazifascisti da
Genova. Una lunga scia di assassini e morti sospette che troveranno un aggancio
con il presente. Un presente di cui Luigia sarà, volente o nolente, parte
attiva. Quando uscirà? Non prima di novembre '25. E già l'ansia da
prestazione comincia a farsi sentire.
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