Comicon 2024. Fumetti Brutti: tra arte e attivismo


Siamo alla mostra d’Oltremare per il Comicon 2024 e un saluto dagli Irregolari del Festival del Giallo, città di Napoli. Nella sala Andrea Pazienza del padiglione 1, dove c’è stato l’evento presentato da “Associazioni autori di immagini: costruire il successo, le strategie di Fumettibrutti” (Josephine Yole Signorelli). In sala anche Flavio Rosati, presidente dell’Associazione autori di immagini.

Durante la conferenza si ripercorre la carriera della giovane autrice, parlando della visibilità ottenuta grazie ai social ma che ha esacerbato studiando all’Accademia delle Belle Arti di Bologna e ascoltando i suoi professori che l’hanno indirizzata verso l’autoproduzione. Un punto saldo della sua carriera è il suo brand identity che le ha consentito una grande esposizione che spesso i giovani autori in Italia non hanno.

Fumettibrutti però non è solo una disegnatrice e nei suoi scritti e nella sua vita privata porta avanti le sue idee e suoi pensieri, sapientemente intessuti nei suoi lavori, perché la sua stessa storia personale è una storia di attivismo, di rivendicazione di sé.              

L’autrice decide di fare coming out come donna trans proprio perché sente un vuoto nel modo in cui viene affrontato questo argomento ed è consapevole che la propria voce può essere un megafono di sensibilizzazione e di avvicinamento a delle tematiche spesso definite tabù.

Durante l’incontro ha tenuto a ribadire l’importanza dell’aborto come diritto italiano e ha anticipato l’uscita di suoi due prossimi lavori; un fumetto che uscirà al Lucca Comics dell’anno prossimo e sarà presentato tramite uno spettacolo e dopo è in programma anche un romanzo.

La capogruppo degli Irregolari Gaia Bortone è riuscita a porre delle domande durante l’evento: se potessi incontrare la te del passato cosa le diresti?

L’ unica risposta è nei messaggi che ho lasciato a me stessa sui miei promemoria attaccati al computer: “Disegna che ti passa”. Incanalare l’emozioni negative nella mia passione, nessuno mi diceva brava o credeva in me e per questo sentivo anche la necessità di provocare, soprattutto in un tempo in cui c’era meno censura e shadowbanning e i social potevano ancor di più essere dei luoghi in cui poter riflettere su determinate tematiche. Il mio percorso ha potuto essere visibile, condiviso e istruttivo anche per i miei follower. Ma dopo lo shadowbanning ho avuto tutti contro, nessuno che mi dicesse: “Brava, stai facendo la cosa giusta.”

Giovani autori e autrici raramente vengono lodati, le cose che più spesso si sentono ripetere sono una serie di prescrizioni, ma l’arte non ha mai ragionato in questo modo, secondo programma.

Avrei voluto più supporto e invece sono stata molto osteggiata, anche da persone a me vicine e alle loro parole scoraggianti ho sempre risposto: “Dicevano la stessa cosa di Madonna e ora è Madonna.”

Qual è la tua maggiore fonte di ispirazione?

Le ispirazioni sono state molteplici perché mi piace quando le tematiche si mescolano: come nella tavola “Il disprezzo” in cui mi ispiro al film di Jean-Luc Godard, tratto dal romanzo di Moravia. Una rielaborazione della prima scena del film ma riadattata ai tempi del fumetto. Questa è la mia ambizione: la commistione delle arti, infatti in futuro mi piacerebbe rifarlo.

Ad esempio Guido Crepax disegna per gran parte della sua vita Valentina Rosselli e poi si dedica solo ad adattamenti.

Valentina Rosselli personaggio da lui inventato, una fotografa femminista, le sue idee politiche diventano parte integrande del fumetto stesso.

A me piacerebbe fare lo stesso e ad un certo punto della mia carriera mi piacerebbe concentrarmi su adattamenti, perlopiù di film e libri.

 

A cura di Gaia Cimbalo

Foto di Simone esposito

Appunti in loco di Gaia Bortone e Vittoria Ferrante

 

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