Claudia Cocuzza con il suo nuovo romanzo "La recita di Natale", edizioni Delos Digital


 

Di Roberta Verde

Ma quanto ci piacciono queste eroine di carta, come sono vere e ricche di sfumature! Ormai da tempo la nostra letteratura sta lavorando su queste figure femminili realistiche, volitive e allo stesso tempo fragili, rendendole protagoniste di storie di successo. Anche il maresciallo Stefania Barbagallo rientra in questa categoria: la scrittrice Claudia Cocuzza ci racconta le sue avventure in La recita di Natale, edito da Delos Digital. Impegnata nel complesso e drammatico caso di Lorenzo, un bambino di due mesi rapito da mani ignote, la Barbagallo si troverà nella difficile posizione di dover gestire la pressione derivante da questa nuova circostanza e l’arrivo dell’affascinante maggiore Marco Tramontata, uomo con cui intesserà un rapporto molto particolare.

La Barbagallo è, però, anche una moglie e una madre: una quotidianità impegnativa la sua, schiacciata da un matrimonio che si sta logorando giorno dopo giorno e dai capricci di una figlia in piena crisi adolescenziale.

Nel caso in cui la Barbagallo si fa coinvolgere – vincendo le iniziali resistenze di Tramontana – riecheggiano le drammatiche atmosfere del caso del piccolo Tommaso Onofri, il bambino rapito e ucciso ormai quasi vent’anni fa a Casalbaroncolo, frazione del comune di Parma. Sotto questo profilo, la scelta dell’autrice è stata coraggiosa: quando si affrontano casi di cronaca nera che riguardano i minori si gioca con una materia emotiva molto forte. Ma la Cocuzza è stata brava, riuscendo a non addentrarsi in situazioni eccessivamente morbose. Benché la figura di Lorenzo echeggi come una sorta di fantasma per tutta la narrazione, il suo rapimento, a un certo punto, diventa quasi uno sfondo: altri attori saliranno sul palco, tutti con una maschera, tutti impegnati a celare una realtà orrenda.

Se la Barbagallo è la colonna portante della vicenda, la sua figura è circondata da una serie di personaggi femminili di grande interesse. Su tutti Clara, l’amica farmacista di Stefania, che dal banco cerca di aiutarla portando avanti un’indagine parallela. Sicuramente sarà stato l’amore per la sua principale attività (la Cocuzza è infatti una farmacista) a rendere Clara un personaggio così intenso, probabilmente alter-ego della stessa autrice. Attraverso questa figura, la Cocuzza gioca con il suo lettore, mettendolo a conoscenza di dettagli che si riveleranno fondamentali per la soluzione del caso. Infatti, grazie alle scoperte di Clara, il lettore, se particolarmente ricettivo, capirà subito l’intricato mistero che si cela dietro il rapimento; e la suspence si sposterà così sull’attesa della scoperta della verità da parte della Barbagallo.

C’è poi Beatrice Accardi, la madre del piccolo, figura – solo all’apparenza – incomprensibile; su di lei l’autrice cuce una storia dagli echi hitchcockiani (c’è proprio un film del regista inglese, tratto a sua volta da un’opera teatrale, che racconta una vicenda simile; non si fa il nome per non spoilerare!).

Il romanzo, scritto in modo avvincente, procede a un ritmo serrato – non a caso, gli eventi si svolgono in pochi giorni – trascinando il lettore in un’angosciante spirale psicologica. 

Le vicende private della protagonista ad un certo punto vengono lasciate un po' “sospese” e, allora, noi lettori non possiamo fare altro che aspettare la prossima avventura della Barbagallo e capire cosa deciderà di fare. Intanto, diciamo alla nostra eroina che Marco è una figura davvero intrigante. Quindi, Stefania, pensaci bene!

 

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