Di
Claudia Siano
«Da
porte diverse, tutti nello stesso momento, nella vita arrivano i momenti», così
ha esordito Ciro Sabatino direttore del Festival del Giallo Città di Napoli ieri
pomeriggio, domenica 4 maggio, ultima giornata di Comicon, in occasione della
riunione del Collettivo Scrittori Campani di Crime, coordinato dall’Associazione
Gialli.it, con il fine di siglare un patto di collaborazione. Tra i nomi
presenti in Sala Andrea Pazienza: Sara Bilotti, Armando Guarino, Martin Rua,
Giancarlo Vitagliano, Patrizio Fiore, Serena Venditto, Ciro Pinto, Pino
Imperatore, Denise Antonietti, Giancarlo Piacci, Diego Lama, Raffaele Marino,
Lavinia Petti, Fabio Simiani, Aldo Putignano, Anita Curci e tanti altri. Questa è una giornata
da ricordare, è il battesimo del collettivo. A raccontare i passi cruciali
della storia del giallo a Napoli è stato Giancarlo Vitagliano. Si è parlato di
Francesco Mastriani, di Matilde Serao, di Attilio Veraldi, persino di “Pericle
il Nero” di Giuseppe Ferrandino. È emerso che proprio la Campania ha dato i
natali al Noir Mediterraneo, grazie a Jean Claude Izzo. Ciò ha portato alla
nascita di autori contemporanei come Maurizio de Giovanni.
Racconta
Vitagliano che l’idea del collettivo nasce proprio dalla passione per il
genere, dal fervore nello scambiarsi le idee, dalla volontà di parlare di
libri, ma anche dalla possibilità di discutere delle difficoltà che si
incontrano nel portare avanti la scrittura, «tutto questo ha fatto nascere in
noi il piacere di creare il collettivo» conclude.
Ha sottolineato Ciro Sabatino che in Italia nessuno ha difficoltà a dire che il “giallo” nasce a Napoli, e che quella di condividere un percorso comune è una storia nata per caso. Ciro Sabatino si è rivolto subito a Sara Bilotti, in quanto è stata la prima a utilizzare la parola “collettivo”, le è stato chiesto perché è il momento giusto per questo progetto. La Bilotti ha risposto: «c’è un fuoco sotto la terra della città che non è conosciuto benissimo, ma tutta la sperimentazione che varie identità stanno facendo da diversi anni non è conosciuta. Raccontiamo anche la città e la società, siamo immersi nel presente per raccontarcela e per provare a spiegarcela, è fondamentale per capire chi siamo e dove stiamo andando». Insomma, il discorso della Bilotti ha portato a riflettere sui due obiettivi del collettivo: definire un canone e far nascere un interesse per il genere.
Emblematica è la vastità dell’offerta presentata dai numerosi scrittori campani presenti ieri, tra cui Pino Imperatore e il suo giallo ironico legato al fenomeno del cosycrime, il quale ha definito il manifesto del Collettivo: «in progress». A questo punto Ciro Sabatino ha tirato le somme, ha conferito dei dati, dichiarando che sono circa 91 gli scrittori campani che pubblicano con case editrici medio-grandi la storia di una certa Napoli. Tra questi ad esempio c’è Martin Rua, che racconta la sua Napoli oscura, esoterica, traendo spunto da miti e leggende. Ha aggiunto Rua che «l’idea di collettivo è di essere coesi nel portare fuori in maniera moderna le caratteristiche di questo genere che incontra più interesse nel lettore che non nei critici».
Presente in Sala Pazienza anche Giancarlo Piacci, il quale crede molto in questo progetto, ha definito tortuosa la vita del giallo in Italia, ha raccontato anche com’era ai tempi del fascismo. «La Resistenza si fa anche collettivamente» ha concluso Piacci. Gli eventi non saranno chiusi, saranno condivisi su tutti i social. Inoltre, il Collettivo è aperto sia agli autori che ai vari rami del crime, si propone l’intento di valorizzare il territorio.
Insomma, l’idea diffusa dunque è quella di poter lavorare a dei progetti comuni. La notizia del giorno è che al Festival del Giallo il collettivo gestirà una giornata, dove racconterà la storia di una serie di scrittori, novanta scrittori. Armando Guarino ha sottolineato l’importanza riscontrata dagli scrittori verso il libro di Sabatino “Storia del giallo a Napoli” (Homo Scrivens Edizioni), il quale ha avuto il merito di aver cristallizzato, delineato, aver reso consapevole la storia del giallo in città, anche quella che si sta scrivendo con il collettivo oggi.
A concludere il quadro dell’evento
giornaliero, è una scrittrice di Spy Story, Denise Antonietti. Napoletana
d’adozione, di origine veneta, trapiantata da quasi 12 anni a Napoli ha deciso
di raccontare proprio questa città, dalla sua ottica, come centro di partenza
dei confini internazionali. Dalle sue parole: «Napoli è anche questo, ci sono
criptovalute, narcotraffici, mafie di altre località del globo rivali o
coadiuvate da quella locale, rientrano come completamento del panorama che
stanno raccontando. Raccontare i margini delle storie che ci sono qui dentro.
L’idea di collettivo è forte perché è un tassello di un mosaico enorme». E
questo è solo l’inizio…
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Foto di Alex Capuozzo
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