Spietata e imprevedibile. La “Torino dei santi e dei poveri diavoli” è la città che racconta Zancan nel suo nuovissimo noir “Sporca estate”. Capricorno edizioni
Di Claudia Siano
Il romanzo Sporca estate firmato dall’autore torinese Niccolò Zancan, edito Capricorno Edizioni, è fuori da pochissimi giorni. Aprile 2025 sforna un noir vulcanico, eccentrico, coinvolgente ed esplosivo come il caldo ad agosto. Torino “frigge” ai piedi degli abitanti, tutto è sfumato, anzi sfocato, sono solo due i grattacieli a conservare contorni netti e geometrici. Torino è così inafferrabile e diversa rispetto a quella che ricordava, dalle memorie dell’infanzia, l’investigatore Ruben Riccardo Rivolta. L’uomo, ritrovatosi in città per risolvere quello che sembra un semplice problema da adolescenti, non riesce più a riconoscere quelle strade, non perché non le senta sue, ma la sensazione è simile a quella di quando ti svegli la mattina e non trovi la tua panoramica visiva chiara, non metti a fuoco, non riesci a delineare i contorni di ciò che ti circonda. L’investigatore Rivolta in una delle sue riflessioni rivela: “se non trovi più il posto dove sei nato, allora non sai più chi sei”, e allora scopre che tutte le certezze - ad ogni palazzo, strada o anfratto che non riconosce – pezzo dopo pezzo si destrutturano, come i giorni scivolati via ormai per sempre, a partire da quando era solo un bambino. Dunque, quella che sembra una missione semplice sembra trasformarsi in un vortice infinito di buio scandito da pestaggi e violenza. Tutto pare assorbito come da un’aspirapolvere, mentre rimane solo lo scarico delle macchine, il fumo, il dissolversi delle immagini e dei ricordi del passato e il confronto con i rimpianti. Bisognava far tornare Torino quella di un tempo, quella che l’autore definisce “Torino aperta e coraggiosa, Torino dei santi e dei poveri diavoli, Torino viva”. L’investigatore non è solo, Ruben è accompagnato da Vale, l’assistente, impavida, coraggiosa ed empatica. I due hanno il compito di ritrovare Salima, la regina del darkweb, una ragazza soprannominata Habibi. In tutta questa oscurità, però, la relazione tra Ruben e Vale crea momenti di luce, di piacere sfrenato, di passione in grado di conferire ossigeno nell’aria inquinata di quella nuova e irriconoscibile città.
Tra
avventure e incomprensioni, i due tornano sempre al loro obiettivo comune,
ritrovare Salima El Maleh, una diciannovenne dal passo svelto e col cappuccio
rosso sulla testa, di quelli ottimi per mimetizzarsi, col rimmel ormai
liquefatto, nonché poi bersaglio di una sparatoria. Sembra però non esserci una
via di fuga, né per lei né per chi cerca di proteggerla; tutto scatena reazioni
a catena, il pericolo è dietro l’angolo, ad ogni incrocio, ad ogni strada, ad
ogni passo. La scrittura di Sporca estate
riflette l’anima nera che si cela dietro la stagione più bella, l’estate, che
non è solo quell’idea perfetta che di solito viene raccontata. L’estate non è
solo il sole, il mare, la vacanza, la spensieratezza, quella è la storia che
tutti preferiamo raccontarci quando abbiamo finito di lavorare. La stagione
estiva è anche il momento dei ripensamenti, è il periodo del vuoto cosmico,
degli scheletri nell’armadio, è il resoconto della vita che stai vivendo. E
quella stagione può essere interpretata in vario modo nel romanzo di Zancan,
che sia la giovinezza macchiata dal peccato, che sia la città invasa
dall’inquinamento, Sporca estate ha
la capacità di mostrare il lato inevitabilmente macabro di un lavoro, di una
relazione, del concetto di nostalgia e persino di bellezza. L’autore gioca a
carte col destino in un romanzo distopico e proprio per questo forte nel suo
dire. Scorre come sangue nelle vene, la malinconia; più si procede nella
lettura, più essa diventa la vera protagonista di questo libro. Te la porti
dietro ad ogni pagina e rifletti su quanto hai perso, su quali sarebbero potute
essere le altre strade possibili, per Salima, per Ruben e Vale, per Torino, per
il lettore che vede e sente profondamente, empaticamente questa storia
attraverso le immagini affrescate dall’autore.
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