Casanova, baro, prete, amante e spia

 

TRUE SPY

Di Denise Antonietti

Trieste.

C’è un uomo solo seduto in riva al mare. Guarda l’orizzonte e sente un dolore al petto, un artiglio che gli stringe il cuore, perché anche i bugiardi sentono nostalgia, e anche i giramondo hanno una casa.

E anche i casanova amano.

Giacomo Girolamo Casanova non fa eccezione. Solo che l’oggetto del suo amore non è una delle centinaia di donne che ha conquistato per tutta Europa: il suo unico, grande, vero amore è la sua città.

Venezia.

È proprio lì, dall’altro lato dell’Adriatico. Gli sembra forse di poterla guardare, di annusare nell’aria il salmastro del Canal Grande, di sentire lo sciabordio del mare contro le gondole ormeggiate fuori dai palazzi nobiliari, il fischio del vento e lo svolazzare dei piccioni tra i portici di San Marco.

 

Come ogni grande amore, quello di Casanova per Venezia è proibito: dopo la rocambolesca fuga dai Piombi che lo ha reso famoso, Giacomo è stato dichiarato persona non grata.

Esilio.

Ma Casanova è uno che non è abituato a sentirsi dire di no. Ha costruito fortuna e reputazione sulla sua abilità di ottenere sempre sì, da tutti, da tutte, in ogni occasione. E, decide, gli occhi puntati al di là del mare, Venezia cederà come hanno ceduto gli altri. Basta trovare la leva giusta.

Sono infinite le vie che portano allo spionaggio, spesso lastricate di intenzioni non proprio nobili.

Si diventa traditori per idealismo, a volte, ma più spesso per paura, per guadagno, per mancanza di scelta. Per disperazione.

Casanova è disperato, anche se non lo ammetterà mai.

Casanova può essere tutto, ma mai sconfitto. È veneziano: di maschere se ne intende.

Vive nella solitudine del fenomeno da baraccone, ma riempie quel vuoto con una donna dopo l’altra; perde al gioco la rendita di una vita e si alza dal tavolo stappando champagne.

 

Così Casanova decide: anche lui tradirà.

Chi? Se stesso.

Ma è stato così tanti “se stesso” nella vita che ormai non ha più importanza.

Giacomo Girolamo Casanova trova l’unica strada per tornare a casa: diventare spia per quella stessa Inquisizione che lo ha cacciato, messo in prigione, cacciato. Quell’Inquisizione che rappresenta tutto il contrario di ciò che ha segnato la sua vita senza regole.

Diventa una fiammella che lavora per conto dell’oscurità.

Come tutte le imprese di Casanova, riesce: Giacomo può tornare a casa.

E del resto, nessuno ne ha mai dubitato.

Ma non ne va fiero.

Nelle sue memorie, tra le tante cose che potrebbe scegliere di censurare e invece rivela trattandole come vanti, tace quasi completamente quello che riguarda la sua attività di spia.

L’uomo che ha amato e spinto a tradire decine di donne in Europa, quando deve fare i conti con la propria coscienza, non è altrettanto flessibile.

Le spie” scrive, “sono uomini di buona reputazione, il cui solo desiderio è che il mondo non sappia che il loro mestiere è il tradimento: è per loro punizione abbastanza grande saperlo da sé”.

 

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