Anthracite. Il mistero della setta degli Ecrins


Di Pierpaolo Panachia

 

Niente è come sembra nella miniserie francese apparsa lo scorso aprile su Netflix, “Anthracite”, composta da 6 episodi che oscillano tra vari generi come crime, thriller, noir e forse anche un po’ horror. Parte come un poliziesco a tutti gli effetti, con una indagine cominciata trenta anni prima, nel 1994, quando viene ritrovato il corpo senza vita di una ragazza e da cui si apre un caso ingarbugliato, ma avvincente, ricco di storie che si intrecciano tra loro in maniera solo apparentemente confusa, per poi conciliarsi alla fine con una trama efficace, compatta, costruita in modo coerente. Il finale, infatti, restituisce al lettore tutte le risposte alle domande che si è posto di puntata in puntata.

Ai personaggi ci si affeziona, specialmente a Ida, malata di leucemia, piena di guai; nonostante questo, ironica, fantascientifica, esplosiva, agguerrita nella ricerca del padre scomparso. Praticamente un fumetto in carne e ossa.

Ma partiamo dall’inizio. La serie creata da Fanny Robert, Maxime Berthemy, Mehdi Ouahab e con, tra gli altri, Hatik (Clément Penhoat), Noémie Schmidt, Camille Lou, ha un sottotitolo intrigante: “Il mistero della setta degli Ecrins”. Perché l’ispirazione parte proprio da un vero fatto di cronaca avvenuto alla fine degli anni Ottanta, che riguarda il suicidio di massa di almeno 70 membri della setta detta OTS, Ordine del Tempio Solare, su cui non sono mai scomparse le ombre che l’hanno resa terrificante e misteriosa.

E veniamo alla serie Netflix. Nel 1994 il suicidio collettivo di una setta in un villaggio delle Alpi mette in moto una serie di indagini che vengono poi chiuse con l’arresto del capogruppo, ritrovavo in fin di vita ma scampato alla morte e rinchiuso in manicomio. Trent’anni più tardi, il ritrovamento del corpo di una giovane donna sotto le acque ghiacciate di un lago della zona, riporta allo sconforto e alla paura che la setta sia tornata coi suoi macabri rituali. E, forse, con malefatte che corrono anche e soprattutto lungo le tenebrose e caotiche grotte di una miniera esplorata dagli scienziati di una azienda di ricerca farmaceutica.

Jaro Gatsi è il primo a essere preso di mira, essendo un giovane criminale arrivato nelle montagne del parco nazionale degli Ecrins, tra le Alpi meridionali e quelle settentrionali, per rimettere in sesto la propria vita. Accusato di omicidio, viene aiutato dall’eccentrica e adorabile Ida, che in cambio gli chiede una mano a ritrovare suo padre. Mentre il presente si dipana con molti colpi di scena, il collegamento con il passato è inevitabile. Solo così possono venire alla luce tutti quei nodi che, stretti trenta anni fa, solo adesso si guadagnano la possibilità di sciogliersi. Perché pian piano arrivano anche le risposte ai molti quesiti che il tempo non è riuscito a cancellare.

Serie visionaria e appassionante. Consigliata per chi ama il genere.

 

© Riproduzione Riservata



Commenti