Das Signal. Segreti dallo spazio. La riflessione sulla tolleranza umana nella miniserie tedesca

 


Di Claudia Siano

Provate a pensare ad una donna, scienziata, madre, brillante, con un pensiero fuori dagli schemi, capace di fare la differenza. E poi pensate a come possa essere percepita dal resto del mondo, dai suoi colleghi uomini, dai social media. Si tratta di Paula, protagonista e centro gravitazionale della miniserie sci-fi tedesca Das Signal-Segnali dallo spazio uscita su Netflix lo scorso marzo 2024.

Paula è una donna coraggiosa con una famiglia alle spalle, che la supporta e la stima profondamente, nonostante sia combattuta dal richiamo ultraterreno di dover fare qualcosa per il mondo: mette il marito Sven nella condizione di bruciare i referti medici, indicativi del suo compromesso stato di salute psichica, affinché le permetta la partenza per una spedizione spaziale con il suo benestare, con tutti i rischi del caso. Sven e Paula sono genitori di una bambina sordomuta, si tratta di Charlie, personaggio caratterizzato con attenzione e sagacia poiché rappresentativo del connubio (veicolo del messaggio della serie) suono-ascolto, in un’era dove tutti sentono ma nessuno ascolta, ognuno è a conoscenza degli eventi ma nessuno agisce, tutti commentano attraverso uno schermo ma difficilmente si affronta di petto la realtà, dove l’indifferenza regna sovrana e gli iper-stimoli ci rendono inermi. La bambina, nonostante la difficoltà uditiva, riesce, invece, a percepire e a sentire maggiormente il mondo circostante, anche se tutti provano continuamente a tenerla all’oscuro.

Lei capta il segnale, non quello che vorrebbe ascoltare, il suono della vera voce della madre, bensì una frequenza più profonda, quel richiamo costante al fatto che andrà tutto bene, nonostante tutto. Andrà tutto bene, nonostante la crudeltà del gigante universo che la circonda al cospetto della sua tenera età, nonostante le pressioni mediatiche invasive e poco rispettose verso una famiglia in lutto, nonostante la spietata imprenditrice indiana di nome Mudhi.

Muhdi, disposta a tutto per il soddisfacimento della sua ambizione, è contemporaneamente la sponsorizzatrice oltre che la benefattrice dell’operazione spaziale, i cui piani vengono però mandati in fumo a causa della stratosferica intelligenza di Paula.

Mudhi rappresenta il cinismo, la bassezza cui l’umanità può tendere, il facile uso della violenza nel momento in cui le vengono scombinati i piani. Esiste però un contraltare possibile di questa donna, anche chiamata “la miliardaria”, delineata nella sua sfacciataggine e nella sua solitudine pur nella sua ricchezza, rappresentativa però, di un’avarizia congenita.

L’altra faccia della medaglia è invece incarnata dal rapporto tra padre e figlia, rimasti sulla Terra, uniti dagli occhi lucidi, dalla speranza e dalla fiducia nella storia che Sven insegna, dall’idea che si possano evitare gli errori del passato, con la consapevolezza, della ciclicità degli eventi che si vanno ripetendo, proprio dinnanzi ai loro occhi.

Nel loro piccolo mondo, Sven e Charlie sono vittime di denigrazioni popolari, causate dalle violenze dell’opinione pubblica, dovute alla convinzione che la colpa dell’attentato all’aereo con 178 persone fosse proprio di Paula, vittima in quello stesso incidente. I due riescono a sopravvivere grazie all’amore eterno e ineguagliabile che lega un padre ad una figlia. Sven è un padre che non molla, che usa un vecchio Nokia, che non ha paura della sua stravaganza rispetto a un mondo che vuole tutti uguali, figli di un canone prestabilito. È un uomo che si mostra nella sua fragilità, e che vive per la figlia con la paura insita di non poter colmare l’amore materno.

Anche in questo caso Das Signal smonta il pregiudizio della madre come unica possibile salvezza per un bambino piccolo, e trova la sua forza nel rapporto tra persone, tra esseri umani. Esseri umani che di per sé non sempre fanno fronte comune, e che spesso, non si comportano da tali, ed è proprio per questo che la minaccia aliena è sentita come pericolo.

La serie si sviluppa parallelamente su due piani, si viaggia nello spazio con Paula e i suoi colleghi da un lato, e dall’altro si seguono le emozioni di Sven e Charlie sulla Terra in un dramma familiare coinvolgente e pieno di suspance.

Il piano spaziale si mostra ricco di colpi di scena, oltre che di effetti speciali, che rivelano grande maestria ed efficacia nel catapultare lo spettatore in quel mondo. Il motto della serie é “la lepre deve stare sempre due passi avanti la volpe”, ed è ciò che Paula prova a fare, soltanto che la sua intelligenza non può renderla immortale, e si distruggerà nella sua debolezza umana, nell’inevitabile sconfitta di chi valica i limiti, di chi pecca di ὕβρις.

 

© Riproduzione Riservata



Commenti