di Anita Curci
Tutto parte dalla grande amicizia
tra due bambini molto diversi tra loro per poi proseguire verso un viaggio affascinante
all’interno di una storia densa di eventi sorprendenti. Una storia che è quella di un paese
del Sud, del destino di una comunità e, nello specifico, di persone che
sembrano non avere alcun collegamento l’una con l’altra, eppure… Eppure,
qualcosa c’è. Qualcosa che conduce a fatti lontani, impastati a misteri e a
cose non dette, ad avvenimenti rimasti sepolti e che, lenti, vengono alla luce
con un naturale dipanarsi di circostanze impreviste. La trama avvolge e
travolge, coccola e stupisce. Fausto Vitaliano con il suo romanzo “La via del
lupo”, Bompiani edizioni, non lascia mai il tempo a chi legge di trascurare le
pagine, di allontanarsene, di annoiarsi o di saltare righe, specie a chi legge
per recensire, perseguitato dalla fretta di giungere all’epilogo. No, qui non è
assolutamente una opzione da considerare.
L’autore, milanese ma originario
della Calabria, dentro questo romanzo ci mette l’anima e un universo di
emozioni che vanno assaporate con calmo piacere. Non vi è corsa o la frenesia
dell’indagine ordinaria, non c’è il commissario di turno, ma una serena
scansione di momenti che si alternano in una nostalgica, e di sicuro
avvincente, altalena tra il passato e il presente del protagonista, lo
scrittore e ghostwriter Amèrico Di Giano, in arte Martin Cazale.
Amèrico sì, avete capito bene, con
l’accento sulla “e”. Amèrico come l’America. E capirete perché solo leggendo. Poi,
quel dettaglio fondamentale e geniale… quel nome, Sambò Alfonso, la chiave di
tutto. L’origine del dramma. Lo start che segnerà l’esistenza di quelli che
verranno dopo.
Tre piani temporali, intrecci di
vite, una scrittura decisa, concreta, in alcuni punti umoristica, una narrazione appassionante. Uno dei romanzi
più belli di questa stagione di gialli, noir, thriller, polizieschi o come li
volete chiamare.
Commenti
Posta un commento
Ciao, contattaci scrivendo a redazione@gialli.it