Il linguaggio segreto dei prison tattoos. Parte prima: Sudafrica

 


 



di Denise Antonietti

Il tatuaggio è fenomeno che si riscontra in varie classi di individui, vale a dire presso i marinai, gli operai, i delinquenti, i vagabondi [...] fra gli stessi delinquenti, anzi, viventi tutti in carcere, sono perlopiù i più pericolosi e quelli che presentano maggior copia d’anomalie degenerative, quelli che sono tatuati

Alfredo Niceforo, “Italiani del nord e Italiani del sud”

 

 

 

Parte 1: Sudafrica

 

Chiunque abbia provato a sporcarsi un po’ le mani affondandole nelle storie delle prison gang prima o poi è approdato a The Number.

Segreta, con una mitologia complicatissima e in parte ancora mai svelata, The Number vanta il primato di essere una delle gang criminali più longeve al mondo, e una delle più spietate.

Nata secondo la leggenda nel XIX secolo per proteggere i minatori, si è evoluta come gang di prigionieri e, almeno fino agli anni ‘80, ha mantenuto il proprio ruolo dominante esclusivamente all’interno delle carceri sudafricane: anche se non si lasciano mai davvero i The Numbers, fuori comandavano altri.

Da cosa si riconoscono i membri di The Number?

Facile. Ce l’hanno scritto addosso.

Almeno per chi sa leggere il loro codice.

The Number è divisa in tre sotto gruppi: Number 26, 27 e 28, quest’ultimo gruppo a sua volta diviso in gold line, silver line e third division (per i dettagli sui singoli gruppi, rimando al sito https://thenumbersgang.weebly.com/ e alla loro bibliografia consigliata).

Ciascuno di questi sottogruppi ha una propria grammatica che determina i soggetti dei tatuaggi che i membri portano addosso.

I saluti

26, 27 e 28 utilizzano gesti diversi come saluto: pollice alzato, pollice e indice, pollice indice e medio rispettivamente. Il tatuaggio di uno di questi gesti indica il numero di appartenenza. 

Simboli

     Number 26

I Number 26 sono quelli che all’interno della prigione si occupano dell’aspetto economico. Vale a dire mercato nero, contrabbando, giri di denaro. Uno dei simboli più comuni che si riscontra nei loro tatuaggi è quello del dollaro, oppure in generale monete, o un pugno chiuso intorno a un fascio di banconote. Un altro simbolo comune è un libro aperto sulle cui pagine sono raffigurate le cifre 2 e 6. Inoltre, è frequente che alle spalle del libro (o altrove) sia rappresentato il sole che sorge, o la parola “sonop” (alba) a indicare che i 26 sono quelli che lavorano alla luce del giorno.

I tatuaggi sono spesso concentrati sulla metà destra del corpo, a simboleggiare che i membri del 26 non intrattengono relazioni sessuali con lo stesso sesso.

     Number 27

I 27 sono il ramo più violento dei The Number. Sono incaricati di mantenere il potere della gang con l’uso della forza. Spesso portano tatuate addosso un paio di sciabole incrociate, con le lame rivolte in alto, così come armi di altro tipo, e scritte che rimandano al codice di regole della gang.

     Number 28

I Number 28 governano la notte, come raccontano il tatuaggio del sole che tramonta (spesso tra le natiche) o la parola sonsak, che in afrikaans significa tramonto.

La gold line è responsabile della difesa degli altri membri della gang, spesso con la violenza: compaiono tatuaggi con riferimenti a sangue e morte. Sono comuni anche soggetti come organi genitali e scene di sesso, che richiamano il fatto che i membri della gold line dominano la silver line anche sessualmente. Si trovano di frequente anche le frasi “my heart beats 3 times per year”, frase associata alla gold line durante il rito di iniziazione, o “my heart beats 2 times per year”, associate invece alla silver line.

Può capitare che coesistano simbologie contrastanti, poiché nel corso degli anni un membro entrato nei 28 dalla silver line può “far carriera” ed essere promosso alla gold line.

 

Altri simboli

I The Numbers sono suddivisi in strutture gerarchiche che ricordano qualcosa a metà tra i ranghi militari e i membri di un tribunale (generale, capitano, o giudice, scriba, avvocato).

Uno dei simboli di un membro della gang di alto rango per esempio è il tatuaggio di una corona.

Un’altra particolarità è la presenza di lunghi passi, spesso scritti in un inglese approssimativo, che raccontano la mitologia della gang o pezzi di storia personale di chi li indossa. 

A contrasto con tutta questa simbologia complessa e perlopiù violenta, il fotografo Luke Daniel, che si è occupato di documentare i tatuaggi di una serie di ex detenuti, ha riscontrato anche un elemento insolito: la presenza di personaggi di cartoni animati.

La spiegazione, anche se magari non immediata, esiste: tutti i tatuaggi dei prigionieri sono realizzati con mezzi di fortuna (una corda di chitarra come ago e della gomma bruciata al posto della china), e anche gli stencil spesso sono improvvisati. I personaggi dei cartoni spesso sono gli unici disegni disponibili, perché vengono presi dalle strisce a fumetti dei giornali a cui i detenuti hanno accesso.

Chissà se i disegnatori di Topolino ci pensano mai a che fine potrebbero fare le loro vignette…

 

 

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