"Dottó, conoscete Siani?" Il 3 e il 4 febbraio al Club del Giallo e dei Delitti di Carta racconteremo una storia, la tua Giancarlo

 


Di Fabio Gaudiosi

 

Non tutte le storie hanno sempre lo stesso finale. Ci sono quelle che finiscono bene, dove i protagonisti vivono per sempre felici e contenti. Ci sono anche quelle che finiscono male, rotte dall’intervento di un fattore più o meno inaspettato, dove non tutto va come avrebbe dovuto. E poi ci sono quelle storie che semplicemente non finiscono, perché nonostante tutto continuano a camminare imperterrite verso il futuro, incuranti del tempo che vorrebbe, a forza, trascinarle a fondo.

Giancarlo Siani muore il 23 settembre 1985, freddato da dieci colpi alla testa. Dieci colpi che fermano il cuore di un uomo che ha la colpa di credere nel suo lavoro. Una condanna decisa da una corte senza appello, senza pietà e senza legge, che però godeva del più importante degli strumenti di legittimità: la paura. Ma Giancarlo non si fa intimidire, continuando a scrivere con la sua penna pagine piene di coraggio, coerenza e dedizione.

La notizia della morte del giovane si diffonde tra i colleghi quella stessa sera, quando - come raccontato nell’articolo de Il Mattino del 24 settembre - qualcuno dalla redazione del giornale, mosso dalla necessità di riempire quegli ultimi spazi rimasti ancora vuoti, chiama la Questura; mesta rispose la voce di un poliziotto: “Dottó, conoscete Siani? È successo un fatto grave. L’hanno ucciso”. Aveva 26 anni, compiuti 4 giorni prima. L’ennesimo fiore di ginestra strappato da una terra arida e senza ritegno.

Quella domanda del poliziotto mi risuona ancora in testa, bussa imperterrita tra i miei pensieri per ricordarmi che io sì, Siani lo conosco, lo vedo ogni giorno negli occhi di chi lotta, nelle mani di chi lavora e nel cuore di chi crede che una Napoli senza camorra può esistere. Lo riconosco nei passi di chi vive inseguendo le proprie idee e ha il coraggio di difenderle. Lo trovo nello sforzo di ogni cittadino che si impegna a strappare un raggio di sole dalle nuvole di sangue che per troppo tempo hanno imbrattato il nostro territorio.

Il 3 e il 4 febbraio al Club del Giallo e dei Delitti di Carta racconteremo una storia, la tua Giancarlo, che non avrà fine. Perché se è vero che alcune storie a volte continuano, che l’esempio di un uomo può talvolta diventare più forte anche della morte, questo dipende dalla convinzione degli ideali che si pongono alla base.

Si dice che a Napoli un raggio di sole ha un colore diverso da qualsiasi altro posto. A volte riesce a restituire un sapore di libertà persino quando il cielo è coperto di nubi. Dona luce, rimanendo nel cuore. Per sempre.

 

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