GIALLI DI DONNE/DONNE DI GIALLI
Rubrica a cura di Anita Curci
Nella notte tra lunedì 29 e martedì 30 luglio,
verso l’una, viene uccisa in via Castegnate a Terno d’Isola (nella Bergamasca),
la trentatreenne Sharon Verzeni. In corso le indagini per scoprire la dinamica
dell’evento e il colpevole del delitto.
Anita Curci, direttrice di Gialli.it Dossier Misteri e ideatrice della rubrica Gialli di Donne/Donne di Gialli, ne discute con Laura Marinaro, giornalista esperta di casi true crime per il settimanale Giallo che sta seguendo direttamente il caso.
IDENTIKIT DELLA VITTIMA
Laura, chi era Sharon Verzeni?
Da quello che sappiamo e che emergerebbe
dall’analisi dei dispositivi elettronici e dalle dichiarazioni della famiglia,
Sharon era una giovane donna diplomata estetista che da qualche tempo però
aveva lasciato il suo lavoro in centro a Bergamo per fare la barista in una
nota pasticceria non lontana da casa. Aveva una vita regolare, da tre anni
viveva con il compagno Sergio Ruocco in una bifamiliare moderna in un quartiere
appena fuori dal centro della cittadina. Secondo le dichiarazioni di chi la
conosceva era una ragazza allegra e piena di vita, mentre lui un po’ più
timido. Non sembra che nel suo cellulare si sia trovato qualcosa di
particolarmente compromettente, tipo messaggi di altri ragazzi, o di un
eventuale stalker.
Come erano i rapporti con il fidanzato?
A quanto dice la famiglia di lei e di lui, erano
ottimi. Sergio viene descritto come il classico bravo ragazzo che tutti
vorrebbero come genero, gran lavoratore e molto preciso e abitudinario. Dal
profilo Facebook non emerge che avesse hobby o interessi al di fuori di… Sharon.
Il parroco di Terno d’Isola conferma che avevano seguito un corso
prematrimoniale a gennaio scorso, ma che non avevano davvero deciso se e quando
sposarsi.
Da quel che emerso in questi pochi giorni, che si
sa della cerchia familiare?
Il papà conosciutissimo, ex direttore
dell’Anagrafe a Bottanuco, Comune a pochi chilometri da Terno d’Isola, era
molto ben voluto; e la mamma, Maria Teresa Previtali, lavora come impiegata
alla Clinica San Francesco. Molto riservata.
La sorella maggiore, Melody, è sposata e ha una
bambina, mentre il fratello Christopher, 22 anni, lavora come cameriere in un
locale della zona. Una famiglia normale. Erano in vacanza in Egitto quando è
accaduto l’omicidio e sono tornati subito. Il papà dichiara che non ha sete di
vendetta, ma solo di giustizia e che a salvarli è una grande fede che placa il
dolore.
Sharon è stata colpita durante la sua passeggiata
notturna. Aveva questa abitudine e lo faceva senza paura nei dintorni di casa. Forse
perché si sentiva protetta? Spesso le donne vittime di femminicidio si sentono rassicurate
in quella che ritengono una comfort zone e che, invece, paradossalmente si
attesta come area meno sicura. Molti carnefici erano vicini alle vittime…
Tutti i carnefici dei femminicidi sono compagni,
mariti, ex compagni o ex mariti, ma anche amici, vicini di casa, altrimenti non
sarebbe un femminicidio. Non so ancora se questo lo è, sinceramente. Sharon
aveva quell’abitudine sì, ma in genere ci andava sempre Sergio con lei. Quella
sera la telecamera vicina a casa riprende però solo lei. Di fatto per
percorrere 650 metri ci impiega 50 minuti. Aveva incontrato qualcuno? Solo
l’analisi delle celle e delle persone, una decina, che transitavano in zona a
quell’ora, potrebbe aiutare gli inquirenti. Di certo il numero delle coltellate
e la modalità fanno propendere non per una vittima casuale.
IL CASO
Laura, come è stata uccisa Sharon?
Tre coltellate, le prime due dalla schiena,
fatali, poi una al torace più superficiale.
Dove è stata aggredita di preciso?
In via Castegnate, una via centrale del paese, ma
in un punto cieco dove le telecamere non riprendono nulla.
Dopo il ferimento ha avuto il tempo di chiamare i
soccorsi, poi cosa è successo?
Lei si è rialzata dopo l’aggressione, ha percorso
qualche metro e poi si è accasciata in un lago di sangue. Ha avuto modo di
avvertire il 112: “Mi hanno accoltellato, aiuto”, ha detto. Ma purtroppo niente
altro.
In che condizioni è stata trovata?
Era già incosciente e malgrado le manovre
rianimatorie è morta poco dopo il trasporto in ospedale a Bergamo
LE PRIME INDAGINI
Cosa hanno scoperto finora i Carabinieri di
Bergamo?
Se sapessi cosa hanno scoperto sarei fortunata,
purtroppo sono molto riservati. In un primo momento hanno accertato che Sergio
fosse in casa e in effetti lo hanno trovato alle 4 del mattino che dormiva. Ha
detto che non era uscito e si era addormentato. La sua posizione tuttavia non è
esclusa dall’indagine del tutto. Dalle telecamere della via si notano due ombre
allontanarsi verso piazza VII Martiri, ma ancora non sono stati identificati.
Sul luogo del delitto si è visto il giorno dopo un pregiudicato 40enne senza
fissa dimora di origini magrebine che si aggirava nervosamente, ma non è stato
rintracciato ancora. È stato sequestrato un garage di una palazzina di via
Castegnate dove sono stati trovati diversi coltelli e i segni di un bivacco.
Tutti i reperti, compresi gli abiti di Sharon e tutto quello che è stato
repertato in casa è dai Ris.
Che sappiamo dell’arma del delitto?
Sicuramente un coltello a lama importante, da
cucina insomma.
Cosa ci dice l’autopsia?
Tre coltellate, come ho detto, di cui due
profonde alle spalle e una al torace. Più ecchimosi su un braccio. Ma nessun
segno di difesa, come se fosse stata sorpresa senza preavviso. Da approfondire
tossicologico e altri esami.
Sul corpo sono state ritrovate tracce del killer?
Troppo presto per dirlo, ma sono i Ris a dare
risposta.
IPOTESI
In
casi come questo, l’inquirente verso quali sentieri si orienta?
Tutto:
dalla pista familiare ovvio, a quella della cerchia di conoscenze, a quella del
balordo o dello stalker. In zona c’era un giro di spaccio importante.
Si
indaga nella vita personale di Sharon?
Ovviamente
sì. Per ora non sembrano emergere ombre, ma molto non viene detto.
Il
padre sostiene che una mezza idea sull’assassino di sua figlia se l’è fatta.
Secondo te a cosa sta pensando?
Non
è che dica così, dice che secondo lui è un matto, uno che forse ha tentato di
violentarla, ma non dice molto di più. Difende a spada tratta Sergio. (Ma
ricordiamoci Stasi…).
Qualche
elemento può arrivare dalle telecamere di sicurezza della zona?
Già
qualcosa è emerso, ma non molto. Se non ci sono elementi con cui confrontare, è
difficile dire qualcosa.
C’è
il pericolo che rimanga un caso insoluto?
Non
credo. Sono al lavoro i migliori, gli stessi del caso Yara, per intenderci. Non
solo i carabinieri del Nucleo Operativo di Bergamo, comandati dal Colonnello
che arrestò Bossetti sul cantiere di Seriate, ma anche i Ros e il reparto Crimini
Violenti di Roma, nonché i Ris di Parma.
Laura,
grazie. Ne riparliamo appena ci sarà qualche svolta importante su questo
ennesimo caso di violenza femminile di cui mai vorremmo discutere.
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