Shell Grotto: la grotta dove magia, mistero e realtà convergono

 


Di Claudia Siano

Esiste un luogo nel mondo dove potersi catapultare in un ambiente umido e magico allo stesso tempo e sentirsi protagonisti confusi di un film d’avventura senza tempo. Immaginate di camminare in una stanza ricoperta di conchiglie, di quelle che potreste aver sognato una volta nella vita, o aver letto in qualche romanzo di fantascienza, e immaginate che non si sa quando queste siano state apposte, e soprattutto che tutto questo sia pura realtà. Il visitatore di Shell Grotto si sente coinvolto, attore e personaggio protagonista del film di una storia vera cui si trova a partecipare, motivato, nella possibilità, seppur latente di poter scoprire qualcosa in più sulla grotta che affascina da un po’ molti archeologi. Tutto potrebbe ricondurre a dettagli microscopici, quali l’illuminazione di una combinazione insolita, il collegamento tra simboli, la datazione di qualche elemento presente nel sito. Siete appassionati di mistero e di archeologia e potrebbe esservi sfuggita la Grotta sotterranea tempestata di conchiglie situata a Margate (Contea del Kent) in Regno Unito? Occorre rimediare, ma come è possibile che ci siano tanti misteri ad aleggiare intorno a questo luogo? Più nello specifico si tratta di un passaggio sotterraneo contenente 4,6 milioni di gusci marini che decorano soffitti e pareti. Shell Grotto misura 2,4 m altezza e 21 m di larghezza, ad oggi è gestita da un’associazione no-profit, il costo del ticket è di £4.5 e la durata del percorso arriva fino ai 30 minuti.

Shell Grotto si presenta composta da tre parti: corridoio, camera rettangolare con altare, e infine, uno spazio circolare. A comporre il mosaico, ad accompagnare le migliaia di conchiglie, ci sono anche ostriche, patelle, buccini, capesante, cozze e vongole, le quali aiutano nella creazione delle numerose forme e complessi di immagini che vengono ricreati nel passaggio sotterraneo. La tipologia di conchiglia più atipica riguarda quelle definite “regina”, provenienti da zone caraibiche, presenti negli angoli della camera dell’altare. Sarà un caso che siano state poste proprio agli angoli? Ci sarebbero tantissimi quesiti, per iniziare basterebbe domandarsi il perché della scelta di decorare con gusci di mare, ed è ciò che in questa sede si è tentato di approfondire. Insomma, la creazione di una grotta di simili fattezze richiede molta pazienza, abilità artistica oltre che la raccolta e la conservazione minuziosa di una grande quantità di conchiglie. Si tratta di qualcosa di insolito, ma a questo punto ci si è chiesti, nella storia quanti altri esempi ci fossero di grotte del genere, e ne è venuto fuori che ve ne sono delle altre, specialmente in Europa, tra Inghilterra e Paesi Bassi. Alcuni esempi notevoli includono: la grotta di Woburn Abbey, risalente al 1624 e creata per il Duca di Bedford, quella a Goldney Hall, datata al 1737, situata Bristol. La grotta di Pontypool, ubicata in Galles, datata al 1784, cui peculiarità è la decorazione con conchiglie e ossa di animali. Altro esempio è presente a Nienoord nei Paesi Bassi, ed è risalente al 1700. Ciò che unisce queste opere d’arte è l’uso dei gusci, a differenziarle da Shell Grotto è il mistero che aleggia sulla grotta di Margate, mancando una datazione, un’informazione sulla committenza e la ragione per cui è stata creata. L’unica notizia di cui si dispone è appunto la locazione, tra l’altro isolata e a sé stante da qualunque edificio che ne giustificherebbe una ragione d’uso. L'esistenza di altre decorazioni di questo genere rende gli ornamenti di Shell Grotto comunque meno inquietanti di quanto possano apparire.

La grotta è oggi aperta al pubblico e su Youtube sono presenti le esperienze di numerosi viaggiatori che permettono di esplorare visivamente, anche da casa propria, l’interno del mistico luogo. Questi esploratori permettono di visualizzare anche attraverso video, la modalità in cui le conchiglie sono disposte, e le infinite possibilità di creare ulteriori simboli attraverso esse; dal rigore della geometria all’estro delle stelle, dei fiori, dei simboli esoterici, di formazioni a spirale, che fanno pensare a vortici e voragini. Ma quali e quanti sono gli enigmi che si porta dietro questo passaggio sotterraneo? Proviamo ad elencarne qualcuno.

Il primo mistero legato a questa specie di tempio riguarda il rinvenimento dello stesso, avvenuto solo nel 1835 per puro caso ad opera di James Newslove, che stava scavando un laghetto per le anatre, fino a quando la sua pala non ha aperto un piccolo varco, e un bambino entrò in questo piccolo buchetto, si chiamava Joshua, ed è stato lui il primo visitatore a sorprendersi della grotta. Il secondo mistero ad aleggiare sulla Shell Grotto concerne la questione dei gusci che la compongono, mai studiati e analizzati. In mancanza di studi scientifici, dunque, si moltiplicano i dubbi: a quando risale questa grotta? Perché è stata costruita? Tantissime sono le ipotesi e del tutto variegate, ma il problema è che esse sono totalmente inconciliabili tra loro. C’è chi attribuisce alla grotta l’opera di culti di massonici e templari, chi l’associa a tempi antichissimi, a circa 3000 anni fa, chi ad uno stile settecentesco. E si arriva in tal senso all’inevitabile terza domanda, chi l’ha commissionata e soprattutto a quale maestranza? Non si è a conoscenza neppure di tali dati. Per quanto riguarda la conservazione dei singoli pezzi che compongono le ricche decorazioni, non risulta ottima allo stato attuale, poiché si sono verificati alcuni fenomeni quali la perdita dello stato e del colore dei gusci (probabilmente a causa dei fumi delle lampade a olio) oltre ad altri problemi legati ad infiltrazioni acquifere e all’umidità. Difficile la conservazione e il mantenimento di un luogo simile, patrimonio culturale da preservare. Ma una domanda sorge spontanea, che non sia proprio l’enigma a rendere Shell Grotto tanto affascinante e unica al mondo?


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