I misteri dell’Egitto e l'incredibile architettura chiamata Nilometro

 

Di Gaia Cimbalo

Non è un mistero che la vita degli antichi egizi fosse scandita dal Nilo e come quest’ultimo pervadesse ogni aspetto della loro esistenza. Un mistero è invece la loro abilità superlativa perfino nell'ingegneria e nell'architettura. 

Il fiume è stato una delle principali risorse per la popolazione, ma spesso la sua imprevedibilità costituiva un problema. Grazie al loro avanzamento scientifico-tecnologico però, furono in grado di trasformare possibili limiti in risorse e questa è solo una delle ragioni che rende gli antichi egizi fra le civiltà più interessanti di tutti i tempi.

Limiti che si trasformano in ricchezza: così vede la luce il nilomentro, una costruzione che consentiva di misurare il livello del fiume e, grazie alle rilevazioni effettuate, era possibile fare una stima del raccolto e, di conseguenza, calibrare la tassazione in base a quest’ultimo.

Esistevano tre tipi di nilometri e tutte le varianti sono ancora esistenti e visitabili e presentano leggere differenze a seconda del luogo in cui sono ubicate. Il nilometro di Roda, il più antico, si presentava come un pozzo collegato al letto del fiume, con una colonna ottagonale che fungeva da scala graduata; l’acqua entrava nel pozzo e a seconda del livello a cui arrivasse si poteva stimare se ci sarebbe stata una carestia, un’inondazione o un livello d’acqua desiderabile che avrebbe significato un buon raccolto.                                                                                                                    

La misurazione avveniva in cubiti, che equivalgono più o meno ad un avambraccio, e il livello dell’acqua, per essere propizio, doveva raggiungere i 16 cubiti.

La sentenza veniva proclamata durante una cerimonia annuale e, se favorevole, vi erano sontuosi festeggiamenti; in caso contrario, invece, la popolazione digiunava e pregava il dio Fiume, nella speranza che i loro sacrifici sortissero l’effetto sperato.

I nilometri non erano aperti a tutti e solo coloro che ricoprivano le cariche più prestigiose, come i governanti e i sacerdoti, potevano accedervi e comunicare poi al resto della popolazione l’importante responso. Perciò è possibile notare che molti nilometri fossero costruiti nei templi, perché i sacerdoti erano fra i pochi privilegiati a potervi entrare e spesso utilizzavano la loro conoscenza, tutt’altro che magica, per impressionare il popolo.

Erano loro i detentori dell’informazione, che si trasformava in oppressione, nascondendo il segreto della loro sapienza e adducendola al loro legame con la divinità; in questo caso, come in molti altri, fa riflettere come controllare l’informazione significhi anche controllare l’economia, un modo per mantenere il potere e la stabilità sociale.

Un fiume che ha plasmato la storia di una regione, che ha consentito la costruzione di opere grandiose come le piramidi, la diffusione della scrittura tramite il papiro e un pilastro nel sistema di tassazione degli egizi.

Emozionante e dolceamaro guardarsi indietro e scoprire che oltre 5000 anni fa le persone erano capaci di imprese grandiose con meno mezzi e innovazioni a disposizione, e che queste opere, così antiche, millenarie, resistano allo scorrere del tempo e ci insegnano che le nostre possibilità sono infinite, anche quando ci sentiamo perduti.

 

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