Siamo alla Villa Floridiana nella prima giornata del Festival del Giallo città di Napoli diretto da Ciro Sabatino. Siamo alla conferenza delle 18:00, presenziata dal direttore del festival di Napoli Ciro Sabatino, la giornalista Laura Marinaro, il PM Raffaele Marino e la figlia di Anna Parlato Grimaldi, Elvira Grimaldi.
Delitto consumatosi il 31 marzo del 1981, Anna Parlato Grimaldi viene uccisa da tre corpi di pistola da piccolo calibro, l’arma che è stata identificata come una browning baby in realtà sarebbe attribuibile a numerose armi, come fa notare il pm Marino durante la conferenza. La presenza della figlia Elvira, fondamentale durante l’evento, restituisce un’immagine veritiera della donna, umana, lontana dai sensazionalismi scandalistici che, purtroppo, hanno avvolto la sua scomparsa.
Un caso sfortunatamente insoluto, la cui mancata risoluzione è ancora una presenza ingombrante nelle vite dei familiari della donna, che ricercano ancora giustizia, verità. Tra le molte anomalie riportate quella sera ne spicca una fatale: la mancata chiamata per avvisare del suo arrivo e trovare il cancello manuale aperto. In più, nessuno è stato visto entrare o uscire dal cancello: ciò significa che l’aggressore era già dentro, probabilmente nascosto dalla fitta vegetazione dell’abitazione, probabile quindi la pista dell’agguato, ipotizzata dalla figlia Elvira durante la conferenza.
Il momento storico della scomparsa non è il più favorevole: anni sanguinosi, di guerre civili e di terrore. Un tempo particolarmente difficile per la famiglia: precedentemente era stato rapito anche il cugino di Elvira Gianluca ed Anna era determinata a scoprire il mistero. Numerose erano le piste più convincenti rispetto a quella effettivamente percorsa, quella di Elena Massa, rea di essere stata il capro espiatorio perfetto per la narrazione di un delitto passionale: la moglie di Ciro Paglia possedeva una pistola compatibile con i proiettili (come gran parte della popolazione a Napoli dell’epoca) e aveva una fama di donna gelosa e possessiva che la rendeva la protagonista ideale di un racconto scandalistico.
La trattazione superficiale di questo delitto ha causato un depistaggio continuo, in virtù di una storia o di un titolo di giornale. Una donna vittima due volte, non solo del suo carnefice ma anche di tutti coloro che hanno ammantato la verità di bugie, rendendo la scoperta del reale colpevole sempre più complessa.
L’appello finale di Elvira Grimaldi è proprio quello di scrivere alla mail veritaperanna@gmail.com e di riferirsi all’omonimo hashtag per un aiuto concreto all’indagine di una donna che merita giustizia.
Articolo di Gaia Cimbalo
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