Salone di Torino. Giallo tra serietà e leggerezza

Siamo al Salone del Libro di Torino 2024, un saluto dagli irregolari del Festival del Giallo città di Napoli. Alla presentazione del nuovo libro di Chiara Moscardelli, l’ultimo della sua trilogia che ha come protagonista la spumeggiante Teresa Papavero e, intervistata dallo scrittore Marco Mavaldi, si discute dell’ambientazione della trilogia, un borgo dal simpatico nome “Strangolagalli” la cui ispirazione è nata dalla Cabot Cove della Signora Fletcher, ma declinata all’italiana. Il terzo libro segue ancora le vicende della criminologia Papavero. In questo romanzo la protagonista deve misurarsi con un cold case, un caso irrisolto che, nonostante i temi trattati, riesce sempre a tingersi di umorismo e leggerezza. La trilogia è a tutti gli effetti un romanzo di formazione che vede crescere Teresa e acquisire sempre più sicurezza in sé e del proprio posto nel mondo, riuscendo a risolvere casi anche quando l’intero borgo è contro di lei e non le crede. Marco Mavaldi fa poi notare come nel tempo il giallo, da genere serioso e cupo, si sia sempre più lasciato contaminare da altro fino a diventare, tra le altre cose, anche un genere di intrattenimento. Rappresenta il massimo dell’astrazione, dalla morte alla vita, alle risa. Alla fine dell’evento siamo anche riusciti a porre qualche domanda all’autrice. "Tristemente la letteratura di intrattenimento oggi non viene presa altrettanto seriamente come altri generi. Come ha vissuto la cosa nel corso degli anni? E crede che il pubblico di riferimento femminile abbia costituito una discriminante in ciò?" "Purtroppo sì, la letteratura di intrattenimento non viene presa seriamente ed inizialmente la cosa mi faceva molto soffrire, anche perché il mio primo romanzo aveva nel titolo un gatto e questo ha creato non pochi fraintendimenti nella catalogazione nelle librerie! Crescendo ho imparato ad accettare la cosa,anche se il pubblico di riferimento sicuramente inficia sul modo in cui il romanzo viene percepito e la cosa che ferisce di più è vedere come romanzi molto simili scritti da miei colleghi maschi vengano etichettati come romanzi di formazione e accolti da complimenti". "Nonostante la scelta della letteratura gialla, lei è sempre riuscita a coniugarla e a bilanciarla con leggerezza e umorismo. Anche se la scelta sembri ossimorica, crea in realtà una vera armonia. Come le è venuta l’idea di coniugare due cose così distanti in un momento in cui questa scelta non era ancora così in voga?" "La scelta, nonostante sembri agli antipodi, in realtà è coerente con la mia personalità, i miei scritti riflettono la mia persona. La mia vita ha avuto dei momenti molto bui e difficili ma ho sempre cercato di prendere la mia vita con ironia, che è stata la mia forza ma anche la mia debolezza. Quindi la scelta è stata una naturale evoluzione della mia scrittura e della mia esperienza". 

 Articolo a cura di Gaia Cimbalo 

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