Festival del Giallo città di Napoli. Colazione con autore: Giampaolo Simi

 

L’importanza dell’umanità

 

Ci troviamo alla Villa Floridiana in occasione della terza giornata dedicata al Festival del Giallo città di Napoli. Durante la seconda colazione con autore, gli ospiti hanno gustato un caffè con cornetto durante l’incontro delle 11.00 con Giampaolo Simi condotto da Serena Venditto. 

Lo scrittore, sceneggiatore e fumettista, autore della saga di romanzi “Dario Corbo giornalista” ci delizia con il quarto volume della serie, intitolato “Il cliente di riguardo”, facendoci immergere nella psiche densa di contraddizioni del sopracitato protagonista. Un cronista di nera il quale, dopo aver sviluppato la propria carriera professionale a Roma, ritorna nella sua Versilia, emulando sotto certi aspetti il rientro di Odisseo ad Itaca. Il motivo del nòstos, però, scaturisce da una parossistica ossessione in merito a una vicenda giudiziaria che, tempo addietro, aveva visto coinvolta Nora Beckford, figlia di un artista inglese esteta, accusata dell’omicidio di una diciottenne, presumibilmente rivale in amore, e successivamente condannata alla reclusione anche sulla base di numerosi articoli incriminanti redatti dal giovane Dario. Il successivo revirement di opinione sul caso da parte dello stesso giornalista, tale da sfociare in una specie di auto-inchiesta che intacca profondamente i propri convincimenti personali, nonché l’enfasi accentuata sulla figura di Nora, emblema della femme fatale, e il gap generazionale illustrato dall’incapacità comunicativa dell’amore incondizionato del padre verso la ragazza inglese - del quale si ha traccia soltanto tramite un misterioso dipinto - sono alcune delle tematiche affrontate dal romanzo, narrato “avventurandosi in un luogo privo di difese in cui finalmente riesce ad emergere la nostra componente inconscia”, per citare Flannery O’Connor, autrice de “Il territorio del diavolo”. L’intento dell’Autore, dunque, non è quello di avvalersi di una prosa disincarnata, ricca di termini astratti e descrizioni irrealistiche, bensì di fornire una rappresentazione plastico-visiva della sinergia che interconnette mente e corpo, poiché solo attraverso l’esperienza sensoriale si coglie appieno la realtà virtuale creata dalla scrittura.

Il pubblico in sala è magneticamente attratto dalle parole di Simi, il quale potrebbe aver insegnato qualcosa di non poco conto: piuttosto che ricercare e stigmatizzare il colpevole, in quella manichea contrapposizione tra Bene e Male, occorrerebbe soffermarsi e analizzare l’aspetto criminogeno senza perdere di vista la componente umana presente in ognuno di noi.

 

Articolo di Lorenzo Mazzocchi

 

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