Siamo al Salone del Libro di Torino 2024 e un saluto dagli Irregolari del Festival del Giallo città di Napoli. Siamo alla presentazione del nuovo libro di Roberto Saviano, “Noi due ci apparteniamo”, intervistato da Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera.
Il romanzo argomenta il ruolo dell’affettività emotiva e sessuale all’interno delle già complesse dinamiche della criminalità organizzata, riflettendo anche su tematiche come la parità di genere e la percezione dell’omosessualità in queste realtà.
Il titolo non è casuale ma è ripreso da un estratto del fitto scambio epistolare fra Matteo Messina Denaro e Laura Bonafede, che sono stati amanti per lungo tempo.
Il boss, nonostante la sua posizione nel clan corleonese, non sposava lo stile di vita degli altri mafiosi, infatti l’etica dell’uomo d’onore per questi ultimi è una somma devozione per i figli, una monogamia rigidissima e assolutamente sessuofobica.
Messina Denaro invece si mostra più affine alla vita del camorrista, amante del godimento, della bella vita, delle donne e che non fugge dalla possibilità di avere molteplici amanti.
Per Cosa Nostra invece l’affidabilità viene misurata nella capacità di avere il dominio del proprio corpo e delle proprie emozioni. Chiaramente un buon stratega criminale rifugge tutte le possibili vulnerabilità che il lasciarsi andare comporta, tutti i grandi trattati sul potere teorizzano l’importanza di controllare l’emotività e di essere lucidi nel prendere decisioni, senza lasciarsi guidare dagli istinti; nella convinzione che essere temuti grazie alla violenza e alla crudeltà sia uno dei modi più permanenti per assicurarsi il comando.
Eppure, anche dei corpi così abituati all’orrore, non riescono a sfuggire al fato dell’essere umano e spesso innamorarsi sarà il loro errore fatale: l’amore non può essere sottoposto alle regole del potere.
Ciò nondimeno, tristemente, uno degli strumenti che la criminalità organizzata utilizza per esercitare la propria supremazia è il controllo della sessualità per manipolare i propri subalterni; ma anche la coercizione tramite la speculazione dell’emotività, i codici sentimentali pervertiti per raggiungere i propri scopi.
Il neopuritanesimo dei clan è un modo per esercitare il potere ed il controllo dei corpi, quando invece la nostra intimità dovrebbe essere libera e scevra da qualsiasi tipo di imposizione.
Articolo a cura di Gaia Cimbalo
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