ORLANDI E LA SUA RICERCA DI GIUSTIZIA
Siamo alla Villa Floridiana nella terza giornata del Festival del Giallo città di Napoli diretto da Ciro Sabatino. Durante la conferenza con Pietro Orlandi e Ciro Sabatino, si è parlato della scomparsa di Emanuela Orlandi e si riflette sul futuro delle indagini e su quello che sono state.
Pietro Orlandi, un fratello determinato che non si è mai arreso alla verità, continua a cercarla strenuamente nonostante spesso si sia sentito solo nella sua battaglia. Emanuela scompare 40 anni fa e poche sono ancora le certezze riguardante il suo caso. Spesso quando se ne parla si nomina un rappresentante dell’Avon che le aveva offerto una cifra altissima per un volantinaggio di due ore e secondo Pietro Orlandi questo fu probabilmente un depistaggio, perché troppe sarebbero state le sviste per un effettivo rapimento. Le ultime piste invece sembrano più proficue: per un po’ si è dibattuto di una possibile relazione con la tomba di De Pretis, ma anche questa ipotesi è stata a lungo oltraggiata per le conseguenze mediatiche che la rivelazione di una comunione tra la chiesa e le mafie avrebbe potuto scatenare. L’ultima pista intrapresa da Orlandi è l’analisi di una fuga di documenti che riguardano cinque fogli che testimonierebbero delle spese della Chiesa fatte per Emanuela. La ragazza sarebbe stata a Londra dal 1983 al 1997 ed avrebbe vissuto in un convitto con altre ragazze. La chiesa, complice il mancato accordo tra i giornalisti al momento del ritrovamento dei documenti, comunica che le testimonianze sono dei falsi perché una formula non sarebbe precisissima. Ma di questi documenti ne aveva già parlato Francesca Immacolata Chaouqui che, con Pietro Orlandi, riassumeva il contenuto di questi fogli ben prima che fossero diffusi al pubblico. A confermare l'ipotesi, vi è anche un contatto di Orlandi che, comunicando con lui tramite il dark web e Telegram, rivela pian piano dettagli su quella permanenza di Emanuela a Londra, occultandone l’identità. Anche una sua amica ha poi rivelato nel documentario che Emanuela prima della scomparsa le aveva riferito che un uomo vicino al papa “ci aveva provato” ma che ancora oggi l’identità è ignota.
Di certezze ce ne sono ancora poche, purtroppo, ma ciò che sappiamo è che questa indagine è stata duramente ostacolata. È pur vero che la verità trova sempre il modo di venire a galla e, grazie a suo fratello, Emanuela un giorno otterrà la giustizia che merita.
Articolo a cura di Gaia Cimbalo
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