Trudy
Nella terza giornata del
Festival del Giallo città di Napoli tra i vari ospiti attesi, c’era sicuramente
Massimo Carlotto, intervistato da Luca Crovi.
Si è parlato del nuovo romanzo dello scrittore intitolato “Trudy” e non solo.
Luca Crovi definisce i romanzi di Carlotto: “Scritti per essere recitati a teatro o per radio” e infatti Carlotto ribadisce di avere l’abitudine di rileggere ad alta voce, e inoltre aggiunge: “É importante che il romanzo suoni, deve avere un giusto ritmo, pensare che un giorno possa essere letto magari da Gigio Alberti”, ed è proprio ciò che è accaduto oggi. Sono i romanzi corali secondo Carlotto a ricreare la complessità, e infatti ha raccontato di avere un quaderno per ogni personaggio. È importante fare attenzione anche ai personaggi minori, “sapere anche cosa pensa, cosa vota, cosa mangia un personaggio” questa la chiave secondo l’autore per creare un rapporto tra lettore e personaggi.
“Chi è Trudy?” è stato
chiesto da Luca Crovi. Carlotto lo definisce un personaggio disneyano, con una
situazione di vita complicata. Tutto ruota intorno alla figura del marito
scomparso, al senso di mancanza e perdita. Trudy, infatti, si trova
protagonista di una vicenda paradossale in cui tutti pensano che il marito sia
fuggito in Svizzera con l’amante.
“Trudy è donna innocua che innocua non è”, questa l’interessante definizione del
protagonista, un personaggio vittima di una storia più grande di lei, un
personaggio con una sua evoluzione che cambia, che evolve all’interno della
narrazione. Ma allo stesso tempo è un personaggio imperfetto, non sempre amato
dal lettore.
Oltre che di Trudy si è parlato di un altro grande personaggio: Alex Semeraro
che dalle parole di Carlotto “pensa di essere un genio anche della
manipolazione invece è stupido”. Secondo Carlotto scrivere di un personaggio
stupido è complicatissimo, soprattutto perché bisogna avere la capacità di
dominarlo.
Un romanzo provocatorio come è stato definito dall’autore stesso. Tra le
domande di Luca Crovi in seguito ad una delle letture, degna di essere
riportata, è:
“Sono consapevoli di essere pretoriani e di avere quella forza lì?”
“Il loro ruolo è tutelare gli interessi della classe dirigente, ed è ciò che li
porta a difendere dal punto di vista economico e sociale determinati interessi.
Baldi poteva decidere di non diventare un pretoriano, ma così facendo sono
arrivati i soldi veri.”
Proprio la relazione diretta col potere ha portato questo personaggio Baldi ad
una super carriera.
“Qualcuno già ha reagito alle provocazioni del tuo libro?” chiede Crovi.
“Molti lettori se ne sono accorti” risponde Carlotto.
E poi la domanda che tutti aspettavano: ma “L’alligatore?”.
Carlotto ha riferito che tornerà il prossimo anno tra la gioia e la sorpresa
del pubblico in ascolto. E tornerà un Alligatore diverso e soprattutto in
compagnia.
“Tornano tutti sia i
buoni che i cattivi, torna Pellegrini e cambia editore, uscirà per Einaudi
stile libero e sarà un nuovo alligatore.”
Carlotto ha parlato poi di un legame profondissimo, quello che lega la
relazione tra crimine e società velocissima. “Non puoi invecchiare, devi
raccontare l’attualità” conclude.
Articolo di Claudia Siano
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