Di Matteo Rossi
La seconda giornata del
Festival del Giallo si apre con l’appuntamento “Colazione con l’autore”,
che vede protagonista Simona Teodori, accolta con calore da un pubblico
curioso e partecipe. A introdurla è Santa di Salvo, conduttrice brillante,
che definisce con affetto l'autrice come “un topo da biblioteca”, svelando fin da subito
il lato più nascosto di Simona: una ricercatrice appassionata, instancabile
frequentatrice di archivi storici. Teodori presenta al Festival il suo ultimo romanzo,
“La cospirazione dei Cenci”, un thriller storico psicologico costruito su una
delle figure più controverse e affascinanti della storia romana: Beatrice
Cenci. “Beatrice è il primo
personaggio storico che ho incontrato da bambina” racconta l’autrice,
spiegando come il legame con questa figura sia nato molto presto, anche grazie
alle sue origini: la Cenci è infatti originaria di Petrella Salto, proprio il luogo in cui,
secondo la leggenda, la giovane Beatrice avrebbe scaraventato il padre Francesco
Cenci giù da una torre. Con il tempo, quell’interesse infantile si è
trasformato in un progetto di ricerca serio e profondo.
“Con il mio lavoro da
avvocato ho avuto modo di accedere agli archivi storici” spiega Teodori “e lì ho scoperto non solo i fatti, ma anche i metodi di lavoro dell’epoca. Ho
studiato il caso di Beatrice, ma anche di personaggi come Caravaggio. Il mio
obiettivo era raccontare non solo una storia, ma anche il modo in cui si
costruiva la verità giudiziaria in quei tempi”.
Nel romanzo, Beatrice non è
rappresentata come una semplice vittima, ma come una giovane donna consapevole,
forte, determinata a difendersi da un padre violento.
“Non ho voluto raccontare
l’esecuzione” ha detto “non volevo ucciderla una seconda volta. Beatrice ha
avuto una vita durissima, è stata abusata da giovanissima e ha dovuto imparare
a sopravvivere in un mondo che le era ostile”. Secondo l’autrice, infatti, ciò che rende
la sua storia ancora oggi attuale è il coraggio di opporsi: “quello che non
tollerava era l’incapacità di reagire all’ingiustizia”.
Uno degli aspetti più
affascinanti del libro è il filo, sottile ma suggestivo, che lega Beatrice
Cenci ad un’altra figura centrale della Roma dell’epoca: Michelangelo Merisi,
detto Caravaggio. Sebbene non esistano documenti che attestino con certezza un
incontro diretto tra i due, Teodori ha scavato tra i registri dell’epoca, tra
lettere e testimonianze, scoprendo molti indizi che lasciano intravedere la
possibilità di una conoscenza indiretta o addirittura personale tra i due. “Non posso
affermare che si siano incontrati davvero” ammette “ma frequentavano gli
stessi ambienti, gli stessi rioni. Erano circondati dalle stesse voci, dagli
stessi drammi. Caravaggio conosceva la storia di Beatrice, ne era sicuramente
colpito. Alcuni suoi quadri, a guardarli bene, sembrano quasi evocarla”.
Nel
corso dell’incontro è emerso anche come il caso Cenci sia stato uno dei primi a
diventare pubblico, con un’eco che attraversava le strade di Roma fino al
Vaticano: “quando si parlava del caso Cenci, per Roma si produceva una vero e
proprio sparlare del Papa” ha ricordato. La vicenda, infatti, scosse l’opinione
pubblica dell’epoca, mettendo al centro una figura femminile scomoda e
rivoluzionaria. Beatrice, secondo l’autrice, era una giovane fuori dagli
schemi, dotata di una sessualità attiva e indipendente in una Roma
profondamente bigotta. “Il Papa aveva imposto a Francesco Cenci, dopo che
Beatrice gli scrisse per chiedere aiuto, di far sposare le figlie, ma lui ne fece maritare solo una, non Beatrice. Lei era diversa,
ribelle, non si lasciava sottomettere e fece ciò che doveva per
sopravvivere. Beatrice capì che o moriva lei, o moriva lui”.
Durante le sue ricerche, Simona Teodori ha incontrato
anche altre figure femminili dimenticate dalla storia, e proprio una di queste
sarà al centro del suo prossimo progetto. “Sto lavorando ad un nuovo libro, in
uscita entro il 2025, su una avvelenatrice. Anche in questo caso sono partita
dal processo, perché è da lì che emergono le caratteristiche personali dei
protagonisti”. Il metodo di lavoro dell’autrice è chiaro: “sono partita dalla
storia, poi ho deciso cosa approfondire in base a ciò che mi colpiva di più.
Non scelgo mai a tavolino, seguo l’emozione, la curiosità”.
Con "La cospirazione
dei Cenci", Simona Teodori ci consegna una narrazione avvincente, documentata e
necessaria. Una storia antica che parla al presente, restituendo voce e dignità
ad una ragazza che non si è mai piegata all’ingiustizia.
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