"Gli Uonderbois con Barbara Petronio". Prima giornata di Festival del Giallo


 

Di Marzia Siano

“Napoli ha veramente un’altra città sotto le sue strade” afferma Ciro Sabatino alla prima giornata del Festival del Giallo città di Napoli. Sulla terrazza panoramica di Villa Belvedere, ospiti d’onore sono i quattro ragazzi della serie Uonderbois. 
Chi meglio di loro per raccontare i segreti della Napoli sotterranea? Ispirata al film “I Goonies”, la serie Uonderbois racconta la storia di un gruppo di giovanissimi alla ricerca di un tesoro nascosto. Partendo dai cunicoli bui della Napoli sottoterra si diramano altri misteri intrecciati alle più antiche leggende della città, e così Uonderbois ci racconta la storia del “munaciello”, il segreto del principe di Sansevero e quello del cimitero delle Fontanelle. Un viaggio immersivo tra i misteri della Napoli esoterica che i ragazzi protagonisti hanno raccontato oggi al Festival del Giallo.
“La recitazione era un sogno per voi?” chiede Ciro Sabatino, direttore del Festival del Giallo. “Il teatro mi ha aiutato a rialzarmi da una grossa perdita, quindi sì, da lì è nato questo sogno”. “Io ho iniziato il teatro per allenare la mia balbuzie e poi mi sono ritrovato ad essere preso al provino” confidano due degli Uonderbois. 
A coprirgli le spalle, come un padre, c’è Giuseppe Mastrocinque: colui incaricato di scegliere e formare i ragazzi sul set. “Un confidente” lo descrivono i ragazzi, mentre dal canto suo Mastrocinque racconta i mesi di lavoro come “divertenti ed indimenticabili”. Un’esperienza a 360 gradi che per i ragazzi è stata anche un’opportunità di imparare e vivere le “leggende e superstizioni” di Napoli di cui prima ignoravano l’esistenza. In questo senso, Uonderbois non è stata solo una serie ma anche un atto rivoluzionario, attività formativa, che ha avvicinato i giovani abitanti di Napoli alla storia della loro città. D’altronde, come vuole anche la scelta del titolo, tra gli obiettivi della serie c’è la volontà di raccontare "una Napoli buona, una Napoli pulita", lontana dallo stereotipo negativo che per tanti anni ha marchiato la città. Dunque, sì, i ragazzi, gli Uonderbois come motore primo per costruire una Napoli che vale.

 

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