Di Claudia Siano
È terminato l’evento di
Pulixi, tra gli ospiti più attesi della terza giornata del Festival del Giallo città di Napoli. Un vulcanico Piergiorgio Pulixi, scrittore in grado di
spaziare dal thriller al cozycrime, perchè "è importante saper scrivere
di tutto". Maestro d’ironia, nativo di Cagliari, con un passato da libraio.
Allievo di Massimo Carlotto dal quale impara che la scrittura è
artigianato al servizio del lettore, puro intrattenimento.
All'evento si è parlato di
sacrifici, di salti nel vuoto, di investimento economico nella scelta di vivere
di scrittura. Capire per Pulixi è fondamentale, capire come avere pazienza,
capire come funziona l’intera filiera editoriale, quali passi fare, quando
farli. Tutto ciò, con una buona dose di saggezza. Pulixi parla di maestri, che
sono tali non tanto per il talento che li contraddistingue, ma nel durare, “nel
non farti fagocitare dal sistema”. Pulixi ritiene che il noir sociale non debba
avere un intento pedagogico, la differenza tra la verità di quel libro e
l’autore la fa l’autorevolezza di quest’ultimo.
Ciro Sabatino sottolinea che Pulixi ha portato in Italia il coraggio del thriller americano e poi ha
sorpreso tutti catapultando i suoi lettori a leggere di gatti e biblioteche con
i suoi due ultimissimi e sorprendenti libri. Torna il mestiere di libraio,
l’importanza della simmetria tecnica, il tema della leggerezza. La leggerezza che
permette di dire, talvolta, cose ancora più profonde nell’ottica dell’autore,
in quanto “con l’ironia si possono dire cose anche più pesanti”.
A concludere il panel, un discorso che vede al centro il rapporto tra
autore e personaggio. Secondo Pulixi bisogna saltare tra i personaggi,
“diventare i tuoi personaggi”, capire ancora una volta. Capire quel personaggio
che penserebbe, che mangerebbe. L’autore, se dovessimo riassumere il concetto, dovrebbe
saper essere malleabile.
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