Di Claudia Siano
Se ancora non avete scelto il
romanzo da portarvi sotto l’ombrellone, anche quest’anno vi propongo un libro
in grado di accarezzarvi e coccolarvi in una giornata rilassante in cui cercate
un po' di brio e di mettere alla prova il vostro fiuto. Vi sfido a indovinare,
prima delle ultime pagine, il colpevole di un omicidio perfetto. “Se i gatti
potessero parlare”, è l’ultimo libro uscito a marzo 2025, edito Marsilio
editori, che porta la firma di Piergiorgio Pulixi, seguito de “La libreria dei
gatti neri”. Segna un nuovo punto di svolta per la carriera dello scrittore,
che dal thriller americano, passa per il noir, arriva alla costruzione di un
cozycrime tutto suo. Talmente effervescente da coniugare i topoi del giallo
alla Agatha Christie, lo scavo nei personaggi della portata di Simenon che più
volte viene citato nel romanzo e la modernità e la delicatezza di un
inconfondibile Piergiorgio Pulixi che fonda un nuovo modo di scrivere
cozycrime.
“Se i gatti potessero parlare” è un libro portatore di messaggi importanti
che arrivano al lettore attraverso lo strumento della leggerezza. Marzio
Montecristo è un libraio di professione, che non abbandona i gatti e i libri
per nessuna ragione al mondo, a costo di vivere una vita precaria ma mai senza
passioni. I suoi gatti sono definiti anche l’ombra di Montecristo, lo seguono
ovunque, si chiamano Poirot e Miss Marple, questo sottolinea il forte legame
del protagonista per un genere in particolare, indovinate…è un appassionato di
libri gialli. La libreria di Montecristo si chiama “Les Chats Noir”, scelta in
vista di un evento esclusivo su una nave come libreria galleggiante per
l’accompagnamento della promozione di una serie di presentazioni organizzate
della casa editrice Polpicella. L’evento che si celebra riguarda principalmente
uno scrittore che Marzio non stima, si tratta di Aristide Galeazzo, che
scriverà a bordo il suo libro. Marzio non si rifiuta perché la libreria deve
continuare a vivere, e la situazione sembra essere un’occasione per il suo
negozio in crisi.
La potenza di questo romanzo è riconducibile anche allo
stile, talmente lineare e talmente semplice da nascondere un lavoro immenso
dell’autore di limatura e di costruzione di una semplicità fruibile al lettore.
Il lettore non deve fare sforzi, ha tutti gli strumenti per arrivare a
ricostruire il mistero che si cela dietro il romanzo, eppure riesce a
sorprenderti ugualmente. Dalla prima pagina all’ultima, sono delineati tutti i
personaggi, non sono troppi, e nessuno è casuale, nessuno del quale Pulixi non
delinei un’idea chiara e precisa compare nel romanzo. E non è tutto, lo stile
perfetto e impeccabile è persino l’ultima delle qualità del libro, è un romanzo
in grado di raccontare la storia di un uomo, diviso tra mille difficoltà ovvero
Marzio, che, però, nonostante questi ostacoli non si fa sconfiggere dalla vita,
decide di combatterla a morsi di passione. E poi c’è Aristide Galeazzo, lo
scrittore saccente, egoista e superbo certo, eppure anche lui si ribella alle
imposizioni, a qualcosa che non sente più, si pone contro anche i suoi stessi
personaggi, nei quali si trova paradossalmente incastrato. Pulixi riesce a
costruire dei personaggi forti, umani e controversi, seppur completamente agli
antipodi, come nel caso di Marzio e Aristide, entrambi in grado di ribellarsi a
un sistema e uniti dalla volontà di rimanere fedeli a sé stessi, caratteristica
che li lega, più potente di qualsiasi altra cosa al mondo, persino alla vita e
alla morte.
I gatti invece? I gatti sono la chiave di volta, le orecchie, i
piedi e gli occhi di Marzio, l’anima pulsante e onnipresente del romanzo, sono
la speranza della libreria, sono più svegli degli uomini sulla nave, sono i
primi a capire, se solo potessero parlare….
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