Di Marzia Siano
"Segnale assente", il libro che chiude il
cerchio delle avventure dei Cinque di Monteverde. "Segnale assente", l’abbiamo
presentato nello spazio senza tempo della terrazza panoramica in Villa
Belvedere, qui al Festival del Giallo. Segnale assente, preludio del nostro
futuro in società. Segnale assente, perché il malessere sociale dilaga come un
fiume nelle anime dei piú giovani? Segnale assente, “come siamo diventati
sempre più connessi ma al tempo stesso estremamente distanti?” Segnale assente,
“dov’è finita la solidarietà, perchè siamo sempre più insensibili”?
Il segnale è assente.
Statistiche francesi rivelano che: il 12%
degli adolescenti in Francia dichiara di aver già tentato il suicidio senza che
i genitori lo sapessero, il 50% non dorme la notte, il 63% è infelice e parte
di essi “non ha mai toccato con mano la felicità”.
L’eroina torna in auge a Roma, “il ritorno
dello spettro degli anni ottanta, lo dicono i numeri”. “Non c’è una settimana
in cui Il Messaggero non dà notizia di ragazzi morti per eroina”. “Se ne
contano mila di persone che fanno uso di eroina tutti i giorni”. Dati che s’intrecciano ad altri,
spiacevoli, fenomeni urbani: il numero di aggressioni in strada passate
inosservate o ignorate diventa sempre più alto, “una volta si è incendiata una
macchina sul Raccordo Anulare e la maggior parte delle persone non si è fermata,
se non per filmare”.
Droga, depressione, indifferenza. Il
segnale è assente. Droga, depressione, indifferenza “mi hanno coinvolto
emotivamente, ed essendo padre ho guardato questi fenomeni con una lente
d’ingrandimento diversa”. È così Morlupi apre il sipario del suo “Segnale
assente” con un incipit che, come i veri incipit, racchiude a sè l’intero
libro: un ragazzo muore, di notte, su un tram. Rimane su quel tram, morto,
inosservato, per ore. Finchè alle due del mattino il Commissario Ansaldi arriva
sulla scena del crimine e si sconvolge che per ore il morto è stato ignorato sotto gli
occhi di tutti. Senza che nessuno abbia detto niente.
Segnale assente, come sintonizzarlo?
Morlupi non la sa la verità ma s’immerge nella “parte buia della società e ce
la racconta”. E come ce la racconta? Morlupi ci parla di un Ansaldi antieroe,
di un “personaggio pieno di fisime, problemi, ansie”. “Tutti siamo Ansaldi”. “Anche io mi alzo
con un peso sullo stomaco, anche io controllo più volte di aver chiuso la
macchina, tutti noi soffriamo d’ansia”. “Tutti noi siamo Ansaldi”.
E se Ansaldi
cade e poi si rialza possiamo farlo tutti. E se Ansaldi è fragile, lo è perchè
è umano, e se è umano è perchè è sensibile. E se lo siamo anche noi, vuol dire
che la società sarà ricca di Ansaldi, piuttosto che povera di uomini “fatti con
lo stampino”.
“Ed
è quello che mi piace di Ansaldi, ed è quello che voglio trasmettere nel
libro”. “Ansaldi non sarà mai perfetto”.
Il rischio più grande? Non provarci per paura di perdere. E se si perde?
Pazienza.
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